L'EDUCAZIONE PUBBLICA SOTTO ATTACCO DELLE GRANDI AZIENDE

ago 14, 2011 0 comments


DI NOAM CHOMSKY
Information Clearing House

Quello che segue è una trascrizione parziale di un recente discorso pronunciato da Noam Chomsky all’Università di Toronto a Scarborough sul processo di rapida privatizzazione dell’educazione pubblica secondaria negli Stati Uniti.

Un paio di mesi fa sono andato in Messico per fare una conferenza all’Università Nazionale di Città del Messico, l’UNAM. È davvero un’università notevole, centinaia di migliaia di studenti, impegnati e di alta formazione, una facoltà eccellente. È gratuita. Il governo dieci anni fa cercò di aggiungere un po’ di lezioni private, ma ci fu uno sciopero degli studenti e il governo tornò sui suoi passi. E, infatti, c’è ancora un edificio amministrativo nel campus che è ancora occupato dagli studenti e che viene usato come centro per l’attivismo in tutta la città. C’è anche, nella città stessa, un’altra università, che non è gratuita ma ha l’ammissione libera. Ci sono dei sussidi per chi ne avesse bisogno. Sono andato anche lì; si tratta comunque di studenti e di una facoltà di livello notevole. Questo è il Messico, un paese povero.


Poco dopo mi sono trovato in California, forse il posto più ricco al mondo. Stavo tenendo discorso nelle università. In California, le principali università, Berkeley e UCLA - sono essenzialmente università private Ivy League - tasse d’iscrizione colossali, decine di migliaia di dollari, enormi sovvenzioni. L’opinione comune è che molto presto le privatizzeranno, e il resto del sistema verrà - ed era un sistema veramente buono, il miglior sistema pubblico al mondo – probabilmente ridotto all’istruzione tecnica o una cosa del genere. La privatizzazione, naturalmente, significa privatizzazione per i ricchi [e un ] livello di istruzione principalmente tecnica per gli altri. E questo sta accadendo in tutto il paese. Il prossimo anno, per la prima volta, il sistema della California, che era davvero un sistema favoloso, il migliore, sta ottenendo più soldi dalle tassi di iscrizione che dallo Stato della California. Anche questo sta avvenendo in tutto il paese. Nella maggior parte degli stati, le iscrizioni coprono più delle metà del budget. Si parla della gran parte delle università di ricerca. Molto presto solamente i community college- sapete, il livello più basso del sistema – verranno finanziati dallo stato in modo decente. E sono anche loro sotto attacco. Anche gli analisti sono d’accordo, e cito, "L’epoca delle università pubbliche abbordabili fortemente sovvenzionate dallo stato potrebbe essere alla fine."
Si tratta di un modo importante per implementare la politica dell’indottrinamento dei giovani. Le persone che vengono intrappolate nel debito hanno davvero poche possibilità di scelta. Questo è vero anche per il controllo sociale; si tratta di aspetti comuni nelle politiche internazionali; quelli che tra voi studiano il FMI, la Banca Mondiale e altri ne sono già a conoscenza. Come l’esempio Messico-California ben illustra, le ragioni per la distruzione cosciente del più grande sistema pubblico formativo non sono economiche. L’economista Doug Henwood ha segnalato che sarebbe abbastanza semplice rendere l’educazione universitaria totalmente gratuita. Negli Stati Uniti si parla di meno del 2 per cento del PIL. Circa l’1 per cento del PIL costituisce un terzo degli introiti delle 10.000 famiglie più ricche. La stessa somma rappresenta tre mesi di spesa del Pentagono. Sono meno di quattro mesi di sprechi nei costi di amministrazione del sistema sanitario privatizzato, uno scandalo internazionale.
Il doppio del costo pro capite di paesi simili riesce ad avere i peggiori risultati, e infatti è una delle basi del famoso deficit. Se gli Stati Uniti avessero lo stesso sistema sanitario di altri paesi industrializzati non solo non si sarebbe deficit, ma ci sarebbe un attivo. Comunque, parlare di queste cose in campagna elettorale sarebbe suicida, come Henwood ha segnalato. Ha ragione. In una democrazia dove le elezioni sono essenzialmente comprate dalle concentrazioni di capitale privato, non conta quello che vogliano le persone. Le persone sono davvero a favore di una cosa del genere già da lungo tempo, ma sono irrilevanti in una democrazia così gestita.
Dovremmo ricordare che il periodo di forte crescita economica, l’economia degli Stati Uniti, fu, in alcuni decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, chiamata comunemente l’"Età dell’Or" dagli economisti. Era sostanzialmente alimentata da un’istruzione pubblica accessibile e dalla ricerca universitaria. Un’istruzione pubblica accessibile riguarda il GI Bill, che fornisce istruzione gratuita ai veterani – e ricordate, era un paese molto più povero di adesso. C’erano tasse di iscrizione estremamente basse anche ai college privati. E in effetti io sono andato a un college Ivy League, e costava 100 dollari l’anno; ora è di più, ma non tanto alto, non si parla di 30 o 40.000, giusto?
E della ricerca universitaria? Bene, come ho già menzionato, questo è il cuore delle moderne economie high-tech. Riguarda i computer, Internet, l’intera rivoluzione dell’IT revolution e molto di più. Lo smantellamento di questo sistema dagli anni ’70 è tra le varie iniziative per portare a una società a due binari, una rigida concentrazione di ricchezza e la stagnazione per la gran parte degli altri. Ha anche conseguenze economiche. Prendiamo la California. Quello che stanno facendo al sistema pubblica formativo andrà a minare l’economia che si basa su una forza lavoro qualificato e l’innovazione creativa, sulla Silicon Valley e così via. Bene, a parte gli enormi costi umani del deprivare la maggioranza delle persone di opportunità formative decenti, queste politiche minano la capacità competitiva degli Stati Uniti. È una cosa molto pesante per la massa della popolazione, ma non significa niente all’irrisoria percentuale a cui fanno riferimento il potere e la ricchezza. Infatti, negli anni successivi al Pell Memorandum, siamo entrati in una nuova fase del capitalismo di stato nel quale il futuro non viene preso granché in considerazione. Il profitto arriva sempre più da manipolazioni finanziarie. Le politiche aziendali sono pilotati verso i profitti a breve termine, e questo riduce la preoccupazione per la lealtà verso un’azienda nel lungo periodo. Parleremo di questo domani, ma ora lasciatemi parlare delle conseguenze per l’educazione, che sono davvero significative.
Supponiamo, come sta avvenendo sempre più non solo negli Stati Uniti, che le università non siano finanziato dallo stato, ossia dalla comunità. Come potranno sopravvivere? Le università sono istituzioni parassite; non producono beni per il profitto, per fortuna. Lo faranno uno dei questi giorni. La questione dei finanziamenti solleva molte domande complesse, che non ci sarebbero se l’appoggio al pensiero indipendente e all’indagine fossero considerati un bene pubblico, con un valore intrinseco. Questo è l’ideale tradizionale delle università, anche se vengono fatti grossi sforzi per mutarlo. Prendete la Gran Bretagna. Secondo la stampa britannica, all'Arts and Humanities Research Councilè stato semplicemente ordinato di spendere una quantità significativa di fondi sulla visione del paese che aveva il Primo Ministro. La sua cosiddetta "Grande Società", che significa profitti per le grandi aziende, e che gli altri se la sbrighino da soli. Il governo ha prodotto quello che definiscono un chiarimento del famoso Principio di Haldane. È un principio vecchio di un secolo che ha impedito l’intrusione del governo nella ricerca accademica. Fino a che esisterà, una cosa per me difficile da credere, ma, se rimarrà in piedi, la mano del Grande Fratello si fionderà molto pesantemente sulla ricerca e sull’innovazione nelle arti e nelle materie umanistiche da padroni dell’umanità, seguendo i consigli del Pell Memorandum. Naturalmente, per difendere le libertà accademiche in modo da ricevere cenni di approvazione dall’Innominabile, per prendere a prestito la dialettica di mio nipote. La Gran Bretagna di Cameron sta cercando di essere in prima linea per l’assalto all’educazione pubblica. Il resto del mondo occidentale non è molto lontano. Ma comunque gli Stati Uniti sono un passo avanti.
Di solito, in una cultura guidata dalle grandi aziende, all’ideale tradizionale del pensiero libero e indipendente vengono date false promesse, ma ci sono altri valori hanno un’importanza superiore. Difendere l’autentica libertà istituzionale non è cosa da poco. Comunque, non è una cosa irrealizzabile. Parlerò del caso che conosco meglio, della mia università. È un caso molto calzante, per la natura dei suoi finanziamenti. Tecnicamente è un’università privata, ma ha ingenti fondi statali, maggioritari, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quando mi sono avvicinato alla facoltà più di 55 anni fa, c’erano dei laboratori militari. Da allora sono stati allontanati. Anche i programmi accademici, a quel tempo, negli anni ’50, erano quasi interamente finanziati dal Pentagono. Sotto la pressioni degli studenti nel periodo dei casini, gli anni ’60, ci furono proteste su questo e fu richiesta un’indagine. Una commissione di studenti della facoltà fu formata nel 1969 per indagare. Ero un membro, grazie alla pressione degli studenti. La commissione era interessante. Venne scoperto che, malgrado la fonte dei finanziamenti, il Pentagono, che copriva quasi l’intero programma accademico, non c’erano attività collegate ai militari nel campus, se non nel senso che praticamente tutto può avere una qualche applicazione militare. In effetti c’era un’eccezione, il dipartimento di scienze politiche, [che] era pesantemente coinvolto nella guerra in Vietnam sotto la guisa della ricerca della pace. Da quell’epoca il finanziamento del Pentagono è scemato, e quello delle istituzioni collegate allo stato – il National Institute of Health e altri – è aumentato. C’è una ragione, che riflette i cambiamenti nell’economia.
Negli anni ’50 e nei ’60 la base dell’economia era basata sull’elettronica. Il Pentagono era un modo naturale per arraffare i soldi dai contribuenti, facendogli credere di venire protetti dai russi o da qualcun altro, e direzionarli per gli eventuali profitti aziendali. La cosa fu fatta in modo efficace. Ha portato ai computer, a Internet, alla rivoluzione dell’IT. Infatti, la gran parte dell’economia moderna viene da lì. Negli anni più vicini a noi l’economia è diventata più dipendente dalla biologia. Per questo il finanziamento dello stato è slittato. Cinquanta anni fa, se davi un’occhiata all’MIT, potevi trovare piccoli avviamenti per l’elettronica che venivano dalla facoltà. Si affidavano ai fondi del Pentagono sulla ricerca e, se avevano successo, venivano rilevati dalle più grandi aziende. Qualcuno di voi che conosce qualcosa dell’economia high-tech economy saprà che si parla della famosa Route 128. Si parla di 50 anni fa. Ora, se vai nel campus, gli avviamenti sono focalizzati sulla biologia e il processo continua allo stesso modo. I progressi nell’ingegneria genetica, nella biotecnologia, nella farmaceutica e nella grande edilizia vanno a Novartis e verso aziende di questo tipo. Questo è il sistema che adotta la cosiddetta economia della libera impresa. C’è stato anche uno slittamento per applicazioni più a breve termine. Il Pentagono e il National Institutes of Health sono interessati al futuro a lungo termine dell’economia avanzata. Al contrario di un’azienda, di solito cerca qualcosa che si possa usare, che possa utilizzare lei e non i concorrenti, e questo anche nel futuro. Non conosco in effetti uno studio accurato, ma sembra abbastanza chiaro che lo slittamento verso il finanziamento delle grandi aziende sta favorendo la ricerca per le applicazioni più a breve termine e meno la ricerca di quello che potrebbe essere importante ed essenziale nel corso del processo.
Un’altra conseguenza del finanziamento delle grandi aziende è una maggiore segretezza. La cosa ha sorpreso molti, ma durante il periodo del finanziamento del Pentagono, non c’era segretezza. E non c’era neppure nel campus. Forse ve ne ricordate. Si poteva camminare nei laboratori finanziati dal Pentagono 24 ore al giorno, e non c’erano tessere da infilare e cose del genere. Non c’erano segreti; era totalmente alla luce del sole. Oggi c’è la segretezza. Una grande aziende non può parlare di segretezza, ma ti possono far capire che non avrai il tuo contratto rinnovato se ne parli con altri. Questo è successo. Infatti, ha provocato alcuni scandali, abbastanza forti da apparire sulla prima pagina del Wall Street Journal.
Il finanziamento esterno ha altri effetti sull’università, a meno che non sia libero e senza vincoli, come osserva il Principio di Haldane. E la cosa è vera in grado significativo per il finanziamento dal Pentagono e da altre istituzioni nazionali. Comunque, un qualsiasi finanziamento esterno [ha un qualche effetto], anche tenendo fede al Principio di Haldane, nel caso in cui introduca una struttura per la ricerca o per l’insegnamento. Una cosa del genere automaticamente fa spostare l’ago della bilancia accademica e può minacciare l’indipendenza e l’integrità dell’istituzione. E nel caso del finanziamento delle grandi aziende, in modo davvero notevole.
L’aziendalizzazione può avere una notevole influenza anche in altri modi. I gestori delle grandi aziende hanno un dovere, quello di focalizzarsi sui profitti e di cercare di convertire quanta più esistenza possibile in beni materiali. Non è solo perché sono malvagi; è il loro compito. Per la legge anglo-americana è anche un loro preciso dovere. Ci sarebbe molto da parlare su quest’argomento, ma un elemento riguarda in particolare le università e anche altro. Una conseguenza particolare è l’attenzione su quella che si chiama efficienza. È un concetto interessante. Non è strettamente un concetto economico. Ha un aspetto fondamentalmente ideologico. Se un’azienda riduce il personale, diventa più efficiente per le misurazioni standard grazie ai costi più bassi. In genere tutto ciò sposta il peso sul pubblico, un fenomeno molto comune che vediamo tutti i giorni. I costi per il pubblico non vengono conteggiati e sono colossali. Questa è una scelta non basata su una teoria economica. È basata su una decisione ideologica, che si applica direttamente al "modello di business", come viene definito, delle università. L’aumento delle dimensioni delle classi o l’impiego di personale a tempo determinato, ad esempio studenti laureati invece di insegnanti a tempo pieno, potrebbe sembrare positivo per i bilanci delle università, ma ci sono dei costi significativi. Vengono trasferiti e non misurati. Vengono riversati sugli studenti e poi sulla società sotto forma di qualità dell’educazione che viene ridotta.
Inoltre, non c’è alcun modo di misurare i costi umani e sociali della conversione di scuole e università in strutture che producono beni per il mercato del lavoro, abbandonando il tradizionale ideale universitario. Creare un pensiero creativo e indipendente, sfidare le credenze diffuse, esplorare nuovi orizzonti e dimenticare le limitazioni esterne. Questo è un ideale che ha senza dubbio problemi nei suoi aspetti pratici, ma la parte che viene messa davvero realizzata è un buon indice per il livello di civilizzazione raggiunto.
Quest’idea è stata combattuta molto apertamente dai Principali Architetti della Politica nel Complesso Stato-Azienda di Adam Smith, l’attacco diretto al Principio di Haldane in Gran Bretagna. Si tratta di un caso estremo; talmente estremo che lo posso rimandare al mittente. Ci sono esempi meno sfacciati. Molti di questi riguardano solo la dipendenza dal finanziamento esterno, di stato o privato. Sono due fonti che non si distinguono facilmente, visto il controllo che gli interessi privati esercitano sullo stato. E quindi qual è la giusta reazione ai finanziamenti esterni che minacciano l’ideale di una libera università? Bene, una scelta sarebbe quella di rifiutarli per principio, caso in cui l’università se la vedrebbe brutta. È un’istituzione parassita. Un’altra scelta sarebbe quella di accettare, quando sono al lavoro, di camminare accanto alla Sala di Lettura Lockheed Martin e di guardare fuori dalla mia finestra del palazzo Koch, così chiamato dal nome dei multimiliardari del Tea Partyche sono tra i maggiori finanziatori e una forza trainante delle campagne in corso per sbaragliare i resti del movimento dei lavoratori e per istituire una tirannia dallo stampo aziendale.
Ora, se i finanziamenti esterni cercano di [influenzare] l’insegnamento, la ricerca e altre attività, allora c’è una forte ragione per resistere o respingerli indipendentemente dai costi. Queste influenze non sono inevitabili, e la cosa va ben tenuta a mente.

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09.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE


Da Come Don Chisciotte

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