LA LOTTA ANTIDROGA RIGUARDA LE CLASSI SOCIALI

ago 20, 2011 0 comments
La radice del “problema delle droghe” è negli Stati Uniti, e non in Messico, assicura il linguista

FONTE: La Jornada



La radice del problema delle droghe è negli Stati Uniti, non in Messico, e le strategie di entrambi i paesi non possono risolvere il problema, ha affermato Noam Chomsky.

Nel corso di un’intervista con la rivista Internet statunitense Guernica, ha detto: “Il problema delle droghe è negli Stati Uniti, non in Messico. È un problema di domanda e deve essere affrontato qui, ma non viene fatto. Ancora una volta è stato dimostrato che la prevenzione e la cura sono molto più efficaci rispetto all'azione della polizia, alle operazioni condotte fuori dal paese, ai controlli alla frontiera. Ma i soldi vanno in un'altra direzione, senza ottenere alcun risultato. Quando i dirigenti applicano per decenni politiche che non hanno effetti sull'obiettivo dichiarato, che sono tra l’altro molto costose, bisogna domandarsi se ci stanno dicendo la verità e se quelle politiche hanno in realtà un altro obiettivo, visto che non riducono il consumo degli stupefacenti.

Chomsky si è domandato perché si applicano questi politiche inutili e costose anche se si sa che ce ne sono altre più efficaci ed economiche. Ci sono "solo due risposte possibili: o tutti i leader sono pazzi, e la cosa la possiamo scartare, oppure semplicemente perseguono altri obiettivi.

All'estero si tratta di una campagna di contro-insurrezione; in casa, un modo di disfarsi della popolazione superflua – c’è una correlazione molto evidente di etnia e di classe -, non perfetto ma quasi: si stanno emarginando le persone di colore. In Colombia la chiamerebbero pulizia sociale. Qui li mettono semplicemente in prigione. Io dico che l'incremento consistente de numero delle carcerazioni, soprattutto di afro-statunitensi e anche di latini, è dovuta all’appello alla guerra contro le droghe degli Stati Uniti, ma ha le sue radici in una lunga storia di controllo e di schiavitù, sia in modo formale che con un sistema penale costruito contro la popolazione nera.

Ha sottolineato che le conseguenze di queste politiche sono molto importanti per i centri del potere, sia per intraprendere operazioni di contro-insurrezione in Colombia e anche in altre zone, sia per la pulizia sociale, nella forma tradizionale statunitense. Tutto questo avviene alla luce del sole.

I leader sanno come fare

Chomsky ha considerato che un'altra parte del problema è data dagli armamenti: "Da dove ottengono le armi i cartelli della droga? Vengono dagli Stati Uniti. Se venisse interrotto il traffico di armi, la violenza non cesserebbe, ma la cosa avrebbe effetti notevoli. Se i cartelli in Messico vogliono fucili d’assalto, li prendono in Arizona.”

Alla domanda sulle opzioni a disposizione del governo del Messico per affrontare la violenza e se sarebbe giustificabile limitare i diritti fino a ristabilire l'ordine nelle zone come quella di Ciudad Juárez, Chomsky ha risposto: "Bisogna prima domandarsi cosa sta cercando di fare il governo del Messico, e la cosa è un po’ complessa. Sembra che in un certo modo appoggi uno dei cartelli contro gli altri. Se questo è quello che tenta di fare, non ha nessuna giustificazione.

Ma se vuole fermare il traffico delle droghe, penso che sappia come si fa e non certo con l'azione militare: dobbiamo andare al nocciolo della questione. Parte della risposta venne fornita dalla dichiarazione dei tre ex presidenti (Ernesto) Zedillo, (Fernando Henrique) Cardoso e (Cesare) Gaviria: alcuni anni fa presentarono una relazione dove era evidente che la criminalizzazione degli stupefacenti aggravava solamente il problema e che alcune droghe dovrebbero essere legalizzate, proprio come l'alcool, e regolamentate. Questa è una parte della risposta, ma la parte fondamentale è qui, negli Stati Uniti.

Nell'intervista, Chomsky ha detto che si era già riunito quest’anno e anche l’anno precedente con i giornalisti e gli editori de La Jornada, parlando, tra gli altri temi, del pericolo che corrono i giornalisti che vogliono fornire notizie sul tema del narcotraffico e sull'inevitabile autocensura. Ha descritto come questi giornalisti gli parlarono dei resoconti su questi temi e anche della gran mole di attività che in Messico sono vincolate in qualche modo coi narcotrafficanti, e che quando uno comincia a pubblicare cose di questo tipo e a indagare questi ambiti, va a minacciare i centri di potere della società messicana, che non vogliono sicuramente essere messi sotto la luce dei riflettori. Se possono usare dei sicari per fermare questa situazione, lo faranno.

Ha anche aggiunto di aver saputo che ci sono zone di coltivazione nel nord del Messico protette dai criminali e dalle forze di sicurezza, e che altre zone che prima era destinate all'agricoltura ora fanno riferimento al traffico illecito. Ha segnalato un reportage de La Jornada che rivela come alcuni economisti dell'Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) abbiano stimato che gli stipendi reali dei lavoratori sono crollati in maniera spettacolare durante il governo di Felipe Calderón a causa delle sue politiche economiche. Per questo, ha affermato, il Messico ha alternative molto limitate per il problema del narcotraffico, "poiché il Signore della mafia è qui, proprio dall'altro lato della frontiera."

Ha detto che il problema è vincolato a una serie di politiche di entrambi i paesi, e che negli Stati Uniti, negli ultimi trenta anni, lo sviluppo del settore finanziario nell'economia e la distruzione del sistema produttivo hanno fatto sì che gli stipendi reali si siano fermati per la maggioranza della popolazione: hanno avuto gli stessi effetti causati dal neoliberalismo in Messico: meno acuti, ma analoghi.

Questo ci fa confermare, così come con le politiche antidroga, che i governi non stanno servendo i cittadini; lavorano soprattutto per i propri settori di riferimento, che fanno parte integrante del mondo finanziario.

Mercato libero e lavoro libero

Quando gli hanno chiesto cosa ne pensasse delle politiche adottate da un paese sovrano, come gli Stati Uniti, per fermare e deportare i clandestini, Chomsky ha risposto: “È una domanda interessante negli Stati Uniti, dove tutti sono immigranti illegali; tutti, meno quelli che vivono nelle riserve indiane. Dipende da cosa si sta parlando.[…] Se uno si dice campione del 'libero mercato, deve essere anche a favore della libertà di movimento della forza lavoro; non ci può essere altrimenti mercato libero, come ha suggerito Adam Smith.”

Peggioramento nell’educazione

Sul peggioramento dell'educazione nei due paesi, Chomsky ha segnalato che il Messico ha l'UNAM, "un'università di qualità molto alta, […] è difficile entrare, ma è gratuita. E negli Stati Uniti, se si guardano i principali sistemi di educazione pubblica, bisogna essere ricchi o poter contrarre un forte debito per frequentare l'università. A Città del Messico c’è un'università fondata da (Andrés Manuel) López Obrador che non è solo gratuita, ma è anche aperta a tutti. Certo che ci sono molti difetti nel sistema educativo messicano, ma per alcune cose è migliore che qui. Ci dovrebbe essere la possibilità di un’educazione decente per tutti.

Ha di nuovo asserito che è una responsabilità sociale garantire un’educazione obbligatoria per tutti, e ha condannato i tentativi di privatizzare la formazione pubblica e gli interessi imprenditoriali che vogliono ricavare profitti dall'educazione.

Ha ricordato che lo scorso anno ha viaggiato dal Messico alla California e il contrasto fu netto: il Messico, un paese relativamente povero, ha ancora un sistema di educazione superiore di alta qualità e gratuito, anche se non per tutti. La California, uno degli stati più ricchi del pianeta, sta distruggendo le migliori università pubbliche del paese, e potrebbe privatizzarne alcune, come Berkeley e l'University of California di Los Angeles.

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Fonte: 
La lucha antidrogas se enfoca a grupos sociales: Chomsky
 



Traduzione di SUPERVICE 


Da Come Don Chisciotte

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