Umberto Veronesi:marijuana, perché dico sì alla liberalizzazione

lug 11, 2012 1 comments
Di Umberto Veronesi
Credo che dovremmo essere grati a Roberto Saviano per aver riaperto il dibattito sulla liberalizzazione delle droghe, che da anni impegna i cittadini che, come me, hanno a cuore le sorti dei giovani e del Paese. Siamo tutti contro le droghe e siamo consapevoli del loro effetto devastante, ma molti condividono la mia convinzione che il proibizionismo non è l’arma per combatterle, per tre ragioni fondamentali.
La prima è che la proibizione di qualsiasi sostanza crea il mercato nero, che è una delle principali fonti di guadagno delle mafie. Basta imparare dall’esperienza proibizionista più significativa che è quella degli Stati Uniti degli anni Venti. Con il “National Prohibition Act” il governo americano tentò di ridurre il consumo di alcol, e il risultato fu che la criminalità organizzò un mercato nero di proporzioni incontrollabili, spingendo i consumi, e il suo potere divenne così forte da mettere a rischio la sicurezza del paese. Per questo la legge fu abrogata dopo pochi anni, dichiarando il fallimento del proibizionismo, che non aveva ridotto l’alcol e aveva aumentato i tassi di criminalità.
In Italia i processi ai mafiosi sono inutili al di là della questione di principio. In un mercato stimato in almeno 15 miliardi all’anno è impensabile che, messo da parte uno spacciatore, non se ne crei immediatamente un altro. Se non si rimuovono le cause alla radice del problema non si sradicherà mai. Anzi misure inadeguate lo possono peggiorare. Il secondo motivo per cui il proibizionismo non funziona è che inevitabilmente fa aumentare il costo delle sostanze, per cui il giovane che cade nella rete della droga è costretto a rubare, a prostituirsi o a spacciare a sua volta, andando ad alimentare il circolo vizioso della malavita.
Il terzo motivo è l’aumento della mortalità, legata al fatto che la droga clandestina non è controllata. Le tragiche morti per overdose non sono in genere dovute al fatto che i ragazzi si fanno una dose eccessiva, ma che spesso le dosi del mercato nero hanno quantità di percentuali sostanze letali che i ragazzi ignorano, e così muoiono inconsapevolmente. Certo questo discorso vale meno per le droghe leggere, per cui io credo vada fatto un distinguo. La mia proposta, che feci come ministro della Sanità nel 2000, è di liberalizzare le droghe leggere e depenalizzare le altre droghe.
Del resto, dobbiamo essere coerenti: lo Stato non dovrebbe proibire la droga e lasciare completamente libera la vendita di tabacco che produce almeno 40mila morti all’anno e l’alcol che ne provoca altre diverse migliaia. Non dimentichiamo infine che la droga è la materializzazione del rifiuto dei ragazzi di una società violenta e ingiusta. Questa è la prima causa su cui agire, se vogliamo combatterla.

(*da Repubblica 8 luglio)

Fonte:Notizie Radicali

Commenti

  1. Ciao anonimo,commento molto interessante e in linea di massima abbastanza condivisibile.Il problema principale,secondo me,sta nell'enorme disinformazione diffusa sulla cannabis usata x giustificare il proibizionismo,che ha regalato il monopolio della stessa alla mafia,mafia che ha tutto l'interesse a tenere in schiavitù quelli che tu chiami i "prigionieri di un ciuffo d'erba".Liberalizzando la cannabis finirebbe il suddetto monopolio e si aprirà la strada a un'uso libero,consapevole e creativo di questa pianta.

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