Marketing 2.0, il potere di twitter e le frontiere del profitto

lug 21, 2012 0 comments
Di Federico Sbandi

Il mondo sta cambiando. E il marketing, che consiste nell’arte del saper vendere un dato prodotto, deve adattarsi. Attraverso il passaparola virtuale garantito dai social network, sempre più brand sfruttano i tweet come metodo innovativo di pagamento.

IL VALORE DELLA VIRALITA’ - Twitter è considerato ilsocial network dell’informazione. Di qualunque tipo sia. Rapido, semplice, duttile. Queste sono le caratteristiche del microblogging più famoso al mondo che permettono ad ogni tweet, dai famosi 140 caratteri, di arrivare a toccare potenzialmente tutto il mondo in tempi record.
Il passaparola virtuale Ã¨ meno affidabile di quello fisico: non c’è compresenza spazio/temporale tra le due persone che comunicano e non c’è quel rapporto di fiducia, tipicamente umano, che permette di attribuire un certo valore alla notizia recepita in base al grado di fedeltà che abbiamo nei confronti della fonte. Bisogna, insomma, fidarsi e andare spesso alla cieca.
Ma Twitter ha un potere enorme e insostituibile in termini di viralità e immediatezza. Arriva lì dove ben pochi altri arrivano. E questo interessa soprattutto il mercato della pubblicità. Lo stesso Combook, il nuovissimo libro di Benvenuti e Guglielmino che spiega “come comunicare coi social network”, recita:«sempre più aziende, lo preferiscono ad altri social network per alimentare il cosiddetto business dell’essenziale. Twitter è un buon alleato per una diffusione efficace e sintetica, e per una contaminazione senza infastidire». Ed è questo che ci interessa. L’uso commerciale che si può fare di Twitter.

TWITTER SI VENDE – Ai processi non convenzionali e creativi di marketing si affiancano, come sempre, quelli tradizionali. Efficaci ma fastidiosi e invadenti. Poco più di una settimana fa il Ceo di Twitter, Dick Costolo, ha annunciato che ben presto Twitter inizierà a sfruttare a pieno il suo potenziale pubblicitario. Le 3 armi a disposizione del mercato saranno i promoted account, i promoted tweet e i promoted Trend.
I primi avranno più visibilità all’interno della piattaforma. I secondi potranno apparireabusivamente nella TimeLine di un altro profilo anche qualora costui non seguisse direttamente l’account che ha creato quel tweet. I terzi potranno creare delle finte tendenze. Basate su cosa? Non sulla discussione vera e propria del social (che attraverso uno specifico algoritmo calcola quali siano gli hashtag più discussi dal popolo di Twitter), ma sulla mera volontà di sponsorizzare una certa parola dopo il famoso cancelletto (#).

PAGARE CON UN TWEET – “Pay with a tweet”. E’ il primo sistema di pagamento esclusivamente “social”. In cosa consiste? Nell’acquistare un certo prodotto pagando non con soldi reali, ma attraverso un cinguettio pre-impostato dall’impresa che vende quel prodotto, pensato per pubblicizzare il brand sul social network.
L’idea di base è questa: la sponsorizzazione di quella marca nella propria rete di contatti, col proprio account personale, ha un valore economico superiore al costo del prodotto interessato. In pratica, se mi trovo davanti ad un distributore automatico e voglio acquistare una lattina di thé alla pesca, il tweet che pubblicizzerà l’impresa produttrice di quel thé varrà, sul lungo termine, più dei 0.50 cent che avrei speso nell’acquistare quella stessa lattina.
Ovviamente, questo ragionamento non è applicabile a tutti i prodotti esistenti nel mercato. E’ stato sin ad ora utilizzato per vendere beni modesti, canzoni, articoli, librie per pubblicizzare indirettamente brand, album, giornalisti, scrittori. Il blog statunitenseTechCrunch, che si occupa di tecnologia e informatica, l’ha classificata come sesta migliore idea nell’ambito delle più grandi trovate di business 2.0 di tutto il 2010.

BUZZ MARKETING – Il fondamento strategico di questo tipo di trovate risiede nel cosiddetto “buzz marketing“. E’ un approccio al mercato del tutto anticonvenzionale, che idolatra il passaparola virtuale e ritiene di dover far parlare le persone di un dato prodotto o brand – a prescindere dal metodo utilizzato – perché, come si è detto, alla lunga converrà. In un mondo in cui cresce esponenzialmente il problema del sovraccarico informativo e della saturazione della reclame, il modo realmente conveniente e innovativo per sponsorizzarsi, è proprio farsi pubblicizzare dai propri clienti. Perché è il metodo più indiretto e meno invasivo che un brand può avere a sua disposizione.
La pubblicità diretta, si sa, è volta a persuadere il consumatore a fini di lucro, mentre il suggerimento indiretto di un amico o parente appare come disinteressato e quindi più realistico. Questo è il marketing 2.0. Se pensate che pubblicitari, inserzionisti e brand manager prima o poi molleranno la presa, vi sbagliate di grosso. Il mondo evolverà? Evolveranno anche loro. L’unico modo per difendervi consisterà nel prendere atto dei loro metodi alternativi di persuasione di massa. La vendita è il loro obiettivo. La pubblicità è il loro mezzo. La conoscenza è il vostro grande potere.

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