L'ISIS e il jiadhismo internazionale

feb 26, 2015 0 comments
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Di Salvatore Santoru

L'ISIS, con il suo budget di oltre 2 miliardi e la presenza massiccia di guerriglieri nelle sue file, si può considerare oggi come il gruppo terroristico e islamista radicale più ricco, influente, popolato e armato del mondo.

Da un punto di vista geopolitico, l'organizzazione guidata da al-Baghadi è indubbiamente il perno del cosiddetto "jiadhismo internazionale", arrivando a sostituire per popolarità anche Al Qaeda.

Su questo punto, però bisogna ricordare che la stessa ISIS è nato come una branca di Al Qaeda nel 2004 con il nome di Jamaat al-Tawhid wa'l-Jihad (foto logo), e che per molti versi dell'organizzazione un tempo guidata da Bin Laden, ne è diventata la continuazione.


A livelli per così dire "più alti", si può supporre che ISIS, come Al Qaeda e altre organizzazioni di stampo islamista radicale e terroristico, facciano parte di un vasto "network del terrore", di stampo più chiaramente globale.

D'altronde, la stessa Al Qaeda, che in arabo significa "la Base", è nata come un network dei cosiddetti mujahedeen più agguerriti in Afghanistan, per poi espandersi a macchia d'olio sopratutto nei paesi nordafricani e dell'Est Europa, con particolare rilevanza in Cecenia(foto).

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Da non dimenticare l'azione di gruppi legati all'islamismo radicale come l'albanese Uck, vicino ad Al Qaeda e coinvolto anche nel traffico di droga e d'organi internazionale (come l'ISIS).

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Da non dimenticare che anche i terroristi dell'UCK usavano metodi simili a quelli dell'ISIS, come la decapitazione, e non è certamente strano che dal Kosovo siano giunti all'ISIS diversi combattenti con alle spalle esperienza nella stessa UCK.


Senz'altro degne di nota sono le curiose "coincidenze" tra le strategie politiche di questi gruppi e di determinate potenze dell'area e non.

Difatti, sostanzialmente sia Al Qaeda, che ISIS che altre formazioni simili, si rifanno tutte a un'interpretazione integralista dell'Islam sunnita, interpretazione di origine saudita (salafismo e wahabismo ) e si ispirano ai principi dell'islamismo radicale espressi dagli influenti "Fratelli Musulmani", organizzazione che nata tendenzialmente fondamentalista, nel tempo ha avuto una fortissima istituzionalizzazione, anche se non sono mancati e non mancano alcune collusioni con i gruppi più estremisti ( compresa l'ISIS ).

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Inoltre, tralasciando le differenze formali, sostanzialmente tra la politica perseguita dall'Arabia Saudita, dal Quatar e dalle altre monarchie del Golfo non c'è praticamente differenza: entrambi impongono una visione fondamentalista dell'Islam e vogliono conquistare il mondo, gli uni con le armi, gli altri con i soldi e il petrolio.

Molto interessante è sapere che, stando alla comparazione effettuata dal sito Middle East Eye, il sistema penale saudita e quello applicato dall'ISIS, sono stati considerati praticamente (quasi)uguali.

isis-arabia-saudita


Sempre interessante il fatto che sostanzialmente le monarchie del Golfo e l'ISIS hanno gli stessi nemici nell'area mediorientale, nordafricana ed esteuropea, e questo vale "paradossalmente" anche per gli Stati Uniti, o meglio per determinati poteri forti che condizionano la politica estera dell'America, indirizzandola verso determinati obiettivi, quasi sempre del tutto disfunzionali per gli stessi USA.

Non a caso, la Libia di Gheddafi è stata attaccata da NATO e monarchie del Golfo, e al potere sono arrivati gli islamisti ( ed ora anche l'ISIS ), per la Siria di Assad c'è mancato poco, ma la cosiddetta "rivoluzione", perlopiù di stampo islamista radicale, è stata sostenuta pesantemente da emiri, sceicchi e USA, e dentro di essa è iniziata l'avanzata dell'ISIS.


Insomma: gli stati laici e/o basati sull'Islam moderato, sovrani e nazionalisti, danno assai fastidio in quell'area, vuoi perché concedono troppa tolleranza religiosa, vuoi perché non si fanno sfruttare il petrolio o altre risorse così facilmente.

Difatti, uno dopo uno, nella cosiddetta "Primavera Araba" sono stati eliminati, e ora al loro posto sta sorgendo il "nuovo Califfato" .
Insomma, dalla padella alla brace.

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Andando nello specifico, nel caso statunitense i gruppi di potere che sostengono, indirettamente o meno, l'islamismo radicale sono chiaramente quelli ritenuti di stampo "mondialista", che portano avanti l'agenda del cosiddetto "Nuovo Ordine Mondiale", sostanzialmente la stessa dell'ISIS, con l'importante differenza che per i primi devono essere gli oligarchi finanziari e i plutocrati a comandare, per gli altri i sultani e gli emiri.Ovviamente, è sempre bene specificare, non si tratta degli USA, ma di determinati gruppi di potere che dirigono la politica estera e interna del paese, andando spesso contro gli interessi dell'America e dei suoi alleati.




Su tale argomento ci sarebbe anche da dire di una possibile "comunione d'intenti" anche tra alcuni gruppi di 'poteri occulti deviati' influenti nel mondo occidentale con ISIS e affini.

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Forse non è solamente un caso, che a livello di struttura l'ISIS sia organizzato similmente a una sorta di società segreta decisamente deviata e/o a una setta molto radicalizzata, retta dall'autoproclamato "Califfo" al-Baghdadi e incentrata su diversi livelli di "iniziazione"( o meglio "contro-iniziazione"), e dove uscire dal gruppo (come in certe società segrete deviate e psicosette estreme ) può essere molto difficile e costare la morte.

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