Essere pendolari fa bene all'umore. La ricerca australiana: "Ci dà tempo di riflettere e ci fa sentire più connessi con gli altri"

mag 22, 2015 0 comments
SUBWAY

Di Ilaria Betti
C'è chi non sopporta l'idea di dover affrontare il traffico o lungo viaggio per tornare a casa dopo una giornata stressante. La vita del pendolare non è certo una vita facile ma, secondo uno studio australiano, sarebbe quasi più appagante di quella di chi è abituato a fare pochi passi per raggiungere l'ufficio. Gli spostamenti quotidiani aiuterebbero a sentirsi di buonumore e consentirebbero a molti di ricavarsi un piccolo spazio per pensare e per guardarsi intorno.
Anche le relazioni sociali ne gioverebbero: nonostante raramente ci si rivolga la parola su autobus e metro, i soli segnali del corpo, tra cui sguardi e sorrisi, avrebbero l'effetto di far sentire le persone più connesse e in sintonia con il resto del mondo. "I trasporti pubblici sono degli spazi preziosi in cui ritrovarsi con gli altri. Prevengono l'isolamento sociale", spiega l'autore dello studio, David Bissel dell'Australia National University.
Per la ricerca sono stati intervistati 53 pendolari e 26 impiegati nel trasporto pubblico. Il ricercatore ha poi passato due settimane immerso nella loro vita di tutti i giorni. "Molti credono che il viaggio per tornare a casa o per andare a lavoro sia un'attività limitata e indipendente - si legge sullo studio -. Invece questi passaggi rappresentano proprio il momento in cui riprendiamo i contatti con la famiglia e con gli amici, pensiamo, pianifichiamo. La nostra vita professionale e privata si fondono in molti modi: le esperienze che facciamo durante questi spostamenti possono influenzare ciò che poi faremo una volta a casa o a lavoro".
Ritardi, traffico e lunghe code possono, però, segnare negativamente la vita delle persone, se "assunti in dosi eccessive". "Quando il viaggio non era programmato o facciamo incontri sgraditi possiamo sentirci facilmente stressati - scrivono gli studiosi -. Altre volte lo stress può derivare dal lavoro o dalle pressioni che abbiamo a casa e che si fanno sentire particolarmente durante il tragitto, perché spesso è proprio l'unico momento che abbiamo per riflettere".
Come alleviare lo stress, dunque, e goderci un po' di più il viaggio? Molto dipende dalla capacità del pendolare di prendere seriamente il suo "compito". "Visto che sono molte le persone che ogni giorno viaggiano per lavoro, siamo portati a pensare che sia una questione semplice - si legge nello studio -. Invece, spostarsi quotidianamente richiede una serie di capacità avanzate che si sviluppano con il tempo. Ad esempio, ci sono la puntualità, la coordinazione, l'organizzazione, l'orientamento, il saper guidare un'auto o una bicicletta, la comunicazione non verbale con gli altri, la capacità di rispondere subito ad alcune situazioni. Non è detto che queste qualità, una volta acquisite, rimangano le stesse. Possono cambiare e possono crescere e svilupparsi, inaspettatamente".

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