L'Opera Al Nero nell'Età dei Meme:black bloc, il "conte" SanGermano e Renzi

mag 8, 2015 0 comments


Di Lorenzo Barberis

Pezzo di satira in chiave esoteristica, nel segno della mia opera preferita, il Pendolo di Foucault.

In verità, l'articolo sulle recenti evoluzioni del regime globale e locale-italiano l'avevo già scritto, in chiave fantascientifica, alcuni post fa, dove analizzavo i mutamenti di propaganda di Renzi alla luce di "Martha Washington" di Miller.

Non è il caso di farlo anche in chiave esoterica, mi sono detto, anche se sarebbe venuto un bellissimo discorso sull'attuale "Opera al nero".

E poi il manifestante Black Block che ha tenuto la sua orazione in favore di telecamera si chiama di cognome Sangermano. Va bene, allora ditelo che volete il pezzo! vi accontento subito.

*

Il conte di Saint Germain è già di per sé affascinante in quanto pilastro dell'esoterismo globale, stando ai Teosofi e al Pendolo di Foucault, che gli attribuiscono una enorme influenza nella storia. Immortale, il suo discepolo Cagliostro avrebbe avviato la rivoluzione francese con lo Scandalo della Collana da lui ordito; sotto il falso nome di Rakozky, il conte avrebbe, in prima persona, contribuito ai sommovimento della Rivoluzione Russa ed altri grandi eventi.



In più, il Conte di Saint Germain è praticamente un mio concittadino monregalese: egli sarebbe originario "dell'Astigiano": dato che si tratta di un immortale risalente, lascia intendere il mito, all'età dei templari (ne simboleggia la sopravvivenza occulta, è un altro volto di Christian Rosenkreutz), ciò vuol dire che ne collochiamo la "nascita" in un periodo in cui Mondovì è ancora parte della Diocesi d'Asti (se ne stacca nel 1388, proprio in seguito alla fine dello scisma di Avignone che, nel 1378, segna anche la simbolica "nascita" di Rosenkreutz/Saint Germain). Per cui potrebbe essere mio compatriota, e non a caso una loggia massonica di inizio '900 gli era dedicata, in Mondovì, come ho scritto altrove su questo blog.

*

Analizziamo quindi l'apparizione del "nuovo Sangermano" sotto il profilo dell'Alchimia spirituale, o Cabalistica, o dottrina degli Archetipi, o in chiave moderna l'abilità del sistema mediatico-governativo di creare meme.

 La citazione di Saint Germain è perfetta. Infatti il conte, un falso conte in realtà ("un compte pour rire", era definito) interpretava, a quanto pare, il suo nome come Komites Sanktae Germanitas, "Compagno della Santa Fratellanza", ovviamente quella Templare, la Grande Fratellanza Bianca sussistente anche a disciolto ordine, nel 1313.

Il Sangermano di oggi viene presentato indubbiamente, in qualche modo, come un "compagno", nel senso moderno che ha assunto il termine. Anch'egli è Comites di una Germanitas, una Fratellanza Nera, quella dei Black Block, che si vogliono ridurre a lui, così come poi ogni oppositore del sistema politico che ha il suo centro (momentaneo ed apparente) in Renzi viene ridotto ai Black Block, sostanzialmente.

(Tra l'altro, è molto somigliante nell'aspetto fisico a un anarchico totalmente folle, ma interessante, a suo modo "rusicrociano", del cuneese. "Io non porto la Rosa, io porto la Spada" amava dire.)



"E' il mio nemico ideale" disse Renzi di Salvini, prima di pompare l'Altro Matteo sui media a dismisura. Se Salvini è il suo ideale sparring partner politico, Sangermano è il suo perfetto riferimento extraparlamentare.

Notiamo come l'idea di Sangermano come "Germanos" di tutta la tradizione della sinistra è sfociato nel meme di qui sopra, oggettivamente costruito con grandissima raffinatezza. La sinistra si fa gradualmente più glabra, man mano che si procede nell'evoluzione
Marx-Engels-Barba / Lenin-Pizzo / Stalin-Baffi / Sangermano-nulla.
E ovviamente la barba è simbolo universale di sapienza, quindi questa è una scena di degradazione.
Ma nel tragico epilogo (Sangermano) l'intera sinistra è perfettamente ridicolizzata.


Un modello è sicuramente questo, un recente meme (la prima immagine che emerge ossessivamente su Google se digitiamoCommunist Party, con l'ovvio doppiosenso partito-festa dell'inglese: ma naturalmente, Google è neutrale, quindi deriverà solo dal numero dei click). L'immagine però è più efficace, perché se questa è solo satira - molto ben fatta - là si collegano, in un perfetto cortocircuito, elementi reali. Appare "innegabile", insomma, una volta smorzato il sorriso, che Sangermano è davvero l'erede della sinistra nel narrato condiviso, mentre qui sopra si percepisce l'intento parodistico.


Un modello opposto di questo tipo di operazioni (completo una serie in negativo, e così getto una luce fosca anche sugli elementi positivi precedenti) vi è in Martha Washington di Frank Miller, già citato nello scorso post. Qui il dittatore Rexall, maschera di un nuovo Reagan - e il suo predecessore Dan Quayle, vicepresidente di Bush - si scolpivano sul monte Rushmore dopo i grandi presidenti della storia. Alla serietà statuaria degli statisti si aggiungeva però il marmoreo sorriso di plastica dei due politicanti.



Una cosa che è interessante è come Sangermano e i Black Block che rappresenta siano Neri, non Rossi, e gettino "una luce nera" retrospettiva anche sulla sinistra storica. L'operazione dei reazionari è sempre stata in questo senso: Il Libro Nero del Comunismo, infatti, nell'età berlusconiana, funzionò (limitatamente) anche per questo cortocircuito cromatico. Il Rosso è colore alchemicamente vitalistico, che va tolto all'avversario: nel meme di Sangermano, ad esempio, anche i grandi della sinistra sono volti al nero come il nostro incappucciato.

Curioso poi che Sangermano posi davanti alla lapide di un altro grande iniziato, Giuseppe Verdi, simbolo stesso dell'Unità Nazionale (W V.E.R.D.I. era l'inno massonico per evocare, proprio a Milano, Vittorio Emanuele Re Di Italia): contrasto subliminale cultura-incultura che ridicolizza ancora di più Sangermano, e al contempo inocula sottotono il voluto messaggio "nazionalista".

Infatti, nel nascere di un Partito della Nazione con al centro Renzi, mentre Salvini guida la nascita di un Fronte Nazionale italiano, che sorgerà pensiamo col suo successore, si celebra non tanto il rinascere del Fascismo, ma del suo vero mallevadore, il Nazionalismo.



Il partito nazionalista, nato in Italia nel 1910, si opponeva infatti, più ancora che ai Socialisti, agli Anarchici. Non a caso l'Anarchismo era riuscito in un grosso colpo simbolico, che ha segnato l'avvio del secolo italico nel 1900: l'omicidio del Re, Umberto I (proprio come Umberto I di Biancamano, fondatore mitico e mistico della dinastia). E il Nero era il colore degli Anarchici, poi scippato dai Fascisti (i Futuristi preferivano il Rosso vitalistico) per il senso distruttivo-mortifero. I Nazionalisti (e i Futuristi, nati nel 1909, ad essi collegati in arte) avevano come colori quelli della bandiera, il Verde e il Rosso. Quindi Verdi e Rossi vanno tolti agli oppositori.

Gli anarchici sono i perfetti nemici dei Nazionalisti: se infatti i socialisti possono proporre un'idea accettabile al grosso del corpo elettorale e dell'opinione pubblica (la Società si fa carico dei più deboli, con un esteso stato sociale, che al massimale ingloba tutto), gli Anarchici propongono la Ana-Archia, l'assenza di governo: quindi il Caos, il nemico ideale dell'Ordine simboleggiato dalla Nazione. Han voglia i teorici dell'anarchia spiegare ieri ed oggi che il loro concetto "è più complesso": la comunicazione ha bisogno di una comunicazione fulminea, e nell'immedato essi si associano al caos.

Se in più fosse necessario, c'è l'aiuto di Sangermano, che ripete ossessivo Fare Bordello come scopo ultimo della sua esistenza: la cosa curiosa, al proposito, è che le affermazioni di Sangermano sono una cattiva rimasticatura di vere affermazioni anarchiche. Per esempio: "Minchia, ma se non do fuoco a una banca sono un coglione!" (cit. testuale) è una rielaborazione del classico "Il vero ladro non è chi rapina una banca, ma chi la fonda". Ben più elegante, ma affine: Sangermano lo svilisce, anche perché in bocca a lui l'ipotetica suona piuttosto sterile.


A Sangermano si aggiungono le imprese dei Black Block, le somme dissacrazioni: le scritte sui muri e le macchine bruciate. Non è divenuta memetica, ma questa foto si proponeva come il meme delle scritte dei Black Block, e qualcuno l'ha fatta girare. Notiamo che il negozio dissacrato non è di altissima moda o design (cosa che poteva spingere il piccoloborghese all'invidia sociale) ma un modesto lusso per middle class (il salotto di casa tua!). I nuovi "fascisti" sono "Antifa", sintesi di antifascismo che, come insegna Orwell, fa perdere il suo senso originale (per cui è molto meglio Comintern che Internazionale Comunista: se ne possono tradire molto meglio i valori). E poi Antipha fa pensare a qualcuno di "antipatico", o addirittura rimanda a Erode Antipha uccisore di Cristo.

"La distruzione è appropriazione" è slogan orwelliano, stile "La schiavitù è libertà", in cui i Black Block rovesciano l'ideologia di sinistra trasformandola radicalmente in qualcosa di paradossale e mostruoso agli occhi del buon borghese. Ovviamente, si riflette sull'esproprio proletario, non più però almeno a finalità materiali (ho fame, prendo il cibo: o anche, voglio lo champagne, me lo prendo), ma per il puro gusto distruttivo: ho diritto di fruire dei beni senza pagarli senza le regole capitalistiche, anche se il mio intento è distruggerli. A migliorare il tutto, un errore di ortografia poi corretto, "Distuzione" (poi scrive giusto al primo colpo il ben più insidioso Appropriazione).


Ha funzionato meglio, perché molto più adatto e sottile, questo meme che appare estendere la ridicolizzazione fuori target, alla giovane fashionista che non può resistere a fotografarsi accanto un auto incendiata.

Intanto, anche questa foto non è "casuale" ma, come il video del TGCom, si ammette il suo essere costruita. Infatti chi effettua lo scatto casuale è un fotoreporter de Il Post, giornale totalmente organico al renzismo, tra l'altro.

La cosa è singolare, perché il senso della foto, autodichiarantesi, è che la ragazza è così frivola da farsi ritrarre accanto alla macchina, si presume, da qualche sua amica, frivola anch'essa. Se è un fotogiornalista a co-ordinare lo scatto, il senso cambia radicalmente. Online, però, è passata come autoscatto frivolo.

Il bersaglio è solo apparentemente fuori fuoco: ai "giovani fascisti", i black block che sfasciano tutto, si associano i giovani "fashisti", ossessionati solo dalla moda e dall'ultimo Ipad. La foto è un po' un esplicazione visiva del tema, ultimamente trionfante e radicalizzata, dei "giovani fancazzisti che non lavorano all'Expo". Simmetrica a Sangermano, la figura della giovane fashionista non dev'essere frivola, ma ridicolmente frivola.

Fonte:http://ermetical.blogspot.it/2015/05/lopera-al-nero-nelleta-dei-meme.html

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