Di Salvatore Santoru
Grazie alla pubblicazione del libro "Other Losses" nel 1989 da parte dello storico canadese James Bacque, l'opinione pubblica mondiale ha avuto conoscenza di una parte sino a quel momento "nascosta" o minimizzato della storia della II guerra mondiale, ovvero dell'istituzione, avvenuta verso la fine della guerra, di campi di concentramento da parte delle truppe angloamericane in Germania ospitanti soldati ma anche persone comuni, compresi donne e bambini.
In questo discorso assumono molto importanza i 19 "campi di concentramento dei prati del Reno" (Rheinwiesenlager), istituiti dall'esercito statunitense ad aprile del 1945 e destinati principalmente alle "forze nemiche disarmate", ovvero soldati che si erano arresi dopo la fine delle ostilità belliche oltre prigionieri di guerra in generale, e quindi anche persone comuni.
Stando alle cifre ufficiali, in questi campi morirono da 3 a 10mila persone, ma secondo il già citato Bacque, che in questo campo risulta indubbiamente autorevole, non è improbabile che furono anche 1 milione.
Sempre secondo quanto riportato da Wikipedia, alla Croce Rossa fu consentito di visitare i campi solo nell'autunno del 1945, quando ormai la maggior parte avevano chiuso, e secondo quanto riportato da fonti della stessa nell'epoca, le condizioni dei prigionieri erano perlopiù spaventose.
La lista dei campi, anche questa ripresa da Wikipedia, è la seguente:
- A4 Büderich
- A1 Rheinberg
- A9 Wickrathberg
- A2 Remagen (the Golden Mile)
- A5 Sinzig
- Siershahn
- A11 A14 Andernach
- Diez
- A13 Urmitz
- A10 Koblenz
- A8 Dietersheim
- A12Heidesheim
- A6 Winzenheim/Bretzenheim
- A16 A17Hechtsheim
- A7 A15 Biebelsheim
- A3 Bad Kreuznach
- C1 Ludwigshafen
- C2 Böhl-Iggelheim
- C3 C4Heilbronn
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