Cristianesimo e riti di iniziazione

lug 19, 2015 0 comments


Di René Guénon *

Fra i riti cristiani o, più esattamente, fra i sacramenti, che ne costituiscono la parte essenziale, quelli che presentano la maggiore similitudine con i riti di iniziazione e che quindi devono essere considerati come un’«esteriorizzazione» di quest’ultimi, posto che all’origine avessero effettivamente un tale carattere, sono, naturalmente e come abbiamo già fatto notare altrove, quelli che possono essere ricevuti una sola volta: primo fra tutti il battesimo [Allorché parliamo di riti di iniziazione intendiamo riferirci a quelli che hanno proprio lo scopo di trasmettere l’influenza iniziatica; è chiaro che oltre a questi possono esistere degli altri riti iniziatici, riservati ad una élite che ha già ricevuto l’iniziazione: così, ad esempio, si può pensare che l’Eucarestia sia stata. originariamente, un rito iniziatico, ma non un rito di iniziazione].







 Per mezzo suo il neofita veniva ammesso nella comunità cristiana e, in certo modo, «incorporato» in essa; e fintanto che questa fu un’organizzazione iniziatica, il battesimo dovette costituire evidentemente la prima iniziazione, vale a dire l’inizio dei «piccoli misteri»; d’altronde, il carattere di «seconda nascita» che esso ha conservato pur nella sua discesa entro il dominio exoterico, anche se con una diversa applicazione, sta chiaramente ad indicare proprio quanto abbiamo appena detto. Aggiungiamo subito, per non ritornarvi dopo, che la cresima sembra indicare l’accesso ad un grado superiore, e, molto verosimilmente, essa doveva corrispondere, all’inizio, all’acquisizione dei «piccoli misteri»; per quanto riguarda l’ordinazione, che attualmente conferisce solo la possibilità di esercitare alcune funzioni, essa non può rappresentare che la «esteriorizzazione» di una iniziazione sacerdotale, come tale riferita ai «grandi misteri».
Per rendersi conto che, in quello che potrebbe chiamarsi il secondo stadio del Cristianesimo, i sacramenti non hanno più alcun carattere iniziatico e che, molto realisticamente, sono solo dei riti puramente exoterici, basta considerare, in defini-tiva, il caso del battesimo, poiché tutto il resto ne consegue direttamente. Malgrado l’«oscuramento» di cui abbiamo parla-to, si sa, quantomeno, che alla origine per conferire il battesimo venivano adottate delle rigorose precauzioni, e coloro che lo dovevano ricevere venivano sottoposti ad una lunga preparazione. Attualmente, in certo qual modo, si verifica esattamente l’opposto e sembra che sia stato fatto il possibile per facilitare al massimo il ricevimento di questo sacramento, dal momento che esso, non solo è amministrato a tutti indistintamente, senza che venga posto alcun problema di qualificazione e di preparazione, ma può essere anche conferito validamente da chiunque, mentre invece gli altri sacramenti possono esserlo solo da coloro, preti e vescovi, che esercitano una determinata funzione rituale. Al pari del fatto che i bambini vengono battezzati il più presto possibile dal momento della nascita, cosa questa che esclude evidentemente l’idea di una qualunque preparazione, queste facilitazioni possono spiegarsi solo attraverso un cam-biamento radicale sopravvenuto in relazione alla concezione stessa del battesimo, cambiamento a seguito del quale esso fu considerato come una condizione indispensabile per la «salvezza» e pertanto doveva essere assicurato al maggior numero possibile di individui; mentre invece originariamente si trattava di tutt’altra cosa. Una tale prospettiva, per cui la «salvezza», che è lo scopo ultimo di tutti i riti exoterici, è legata necessariamente all’ammissione nella Chiesa cristiana, non è in fondo che una conseguenza di quella sorta di «esclusivismo» che, inevitabilmente, è inerente al punto di vista di ogni exoterismo, come tale. Non riteniamo utile insistervi ulteriormente, poiché è chiarissimo che un rito conferito a dei neonati, senza neanche preoccuparsi minimamente di determinare le loro qualificazioni con un mezzo qualunque, non potrebbe avere il carattere ed il valore di una iniziazione, essendo stata ridotta, questa, ad una condizione d’esistenza puramente virtuale; comunque ritorneremo presto sulla questione della possibile sopravvivenza di una iniziazione virtuale per mezzo dei sacramenti cristiani.
In maniera accessoria, segnaleremo ancora un punto che non è senza importanza: nel Cristianesimo, così com’è attual-mente e contrariamente a quanto avveniva all’inizio, tutti i riti, senza eccezione, sono pubblici; chiunque può assistere, anche a quelli che sembrerebbero dover essere più particolarmente «riservati», come l’ordinazione di un prete o la consacrazione di un vescovo o, a maggior ragione, un battesimo o una cresima. Ora, sarebbe questa una cosa inammissibile se si trattasse di riti di iniziazione, i quali normalmente possono essere compiuti solo in presenza di coloro che hanno già ricevuto la stessa iniziazione [In seguito all’articolo sull’ordinazione buddhista che abbiamo citato precedentemente (si veda la nota), noi rivolgemmo ad A.K. Coomaraswarny una domanda relativa a questo argomento; egli ci ha confermato che questa ordinazione non era mai conferita se non in presenza dei soli membri del Sangha, rappresentati unicamente da coloro che erano già stati ordinati, con l’esclusione, non solo degli estranei al Buddhismo, ma anche degli aderenti «laici», i quali in definitiva non erano che degli associati «esterni»]; evidentemente, fra la pubblicità, da una parte, e l’esoterismo e l’iniziazione, dall’altra, vi è incompatibilità. Tuttavia, se riteniamo secondario questo ar-gomento è perché, nel caso in cui non vi fossero altri elementi da considerare, si potrebbe pretendere che in questo caso si tratta di un abuso dovuto ad una certa degenerescenza, come è accaduto talvolta ad una qualche organizzazione iniziatica, senza che essa abbia, per questo, perduto il carattere suo proprio; ma abbiamo visto che, per l’esattezza, la discesa del Cristianesimo nell’ordine exoterico non dev’essere minimamente considerata come una degenerescenza; e, per altro verso, le ulteriori ragioni che esporremo basteranno pienamente a dimostrare che, in realtà, non può più esservi in esso alcuna iniziazione.
Se vi fosse ancora un’iniziazione virtuale, come è stato prospettato da alcuni, nelle obiezioni che ci sono state rivolte, e se quindi coloro che ricevono i sacramenti cristiani, o anche solo il battesimo, non avrebbero più bisogno di ricercare una qualunque altra forma di iniziazione [In verità, temiamo fortemente che, per molte persone, sia questo il motivo principale che le spinge a volersi persuadere che i riti cristiani abbiano conservato un valore iniziatico; in fondo, esse vorrebbero esimersi da ogni collegamento iniziatico regolare e, nondimeno, vorrebbero poter pretendere di ottenere dei risultati in questo ordine; anche quando ammettono che siffatti risultati potrebbero solo essere delle eccezioni, date le attuali condizioni, ognuno di essi ritiene volentieri di poter essere annoverato come un’eccezione; e ovvio che in questo caso ci si trova al cospetto di una deplorevole illusione], come si potrebbe spiegare l’esistenza di organismi iniziatici specificamente cristiani, come ve ne sono stati incontestabilmente durante tutto il Medioevo, e quale sarebbe esattamente la loro ragion d’essere dal momento che i loro particolari riti sarebbero in qualche modo un doppione dei riti ordinari del Cristianesimo? Si dirà che quest’ultimi costituiscono o rappresentano solo una iniziazione ai «piccoli misteri», di modo che, per coloro che avrebbero voluto andare oltre, ed accedere ai «grandi misteri», si sarebbe resa necessaria la ricerca di un’altra iniziazione; ma, a parte il fatto che è parecchio inverosimile, per non dire di più, che tutti coloro che entrarono in quelle organizzazioni fossero pronti ad accostarsi a quest’ultimo dominio, vi è un fatto decisivo che recita contro una tale supposizione: ed è l’esistenza dell’ermetismo cristiano; per definizione stessa, l’ermetismo attiene precisamente ai «piccoli misteri»; per non parlare poi delle iniziazioni di mestiere che attengono ugualmente a questo dominio e che, anche nei casi in cui non possono essere indicate come specificamente cristiane, richiedevano nondimeno ai loro membri e negli ambienti cristiani, la pratica dell’exoterismo corrispondente.
A questo punto è necessario prevenire un altro equivoco, poiché certuni potrebbero essere tentati di trarre, da quanto precede, una conclusione errata e potrebbero pensare che, se i sacramenti non hanno più alcun carattere iniziatico, ne deriva che essi non potrebbero mai avere degli effetti in quest’ordine, cosa alla quale non mancherebbero certo di opporre alcuni casi ove chiaramente appare che le cose sono andate diversamente; la verità è che i sacramenti non possono produrre tali effetti di per sé, dato che la loro efficacia è proprio limitata al dominio exoterico, tuttavia, a tal proposito, vi sono altre cose da prendere in considerazione. In effetti, ovunque esistono delle iniziazioni particolarmente attinenti ad una determinata forma tradizionale e che poggiano nel suo stesso exoterismo, coloro che hanno ricevuto una tale iniziazione possono, in qualche maniera, trasporre i riti exoterici in un altro ordine, nel senso che se ne possono servire come dei supporti per lo stesso lavoro iniziatico e quindi, per essi, gli effetti relativi non saranno più limitati al solo ordine exoterico, come lo sono per la generalità degli aderenti alla forma tradizionale in questione; ciò vale per il Cristianesimo come per ogni altra tradizione, dal momento che si abbia o che si ebbe una iniziazione propriamente cristiana.

*  René Guénon-Esoterismo Cristiano pg 10-11.

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