Gli USA come nazione dell'eterna giovinezza

lug 20, 2015 0 comments



Di Giorgio Locchi e Alain De Benoist *

Parlando degli Stati Uniti, Georges Duhamel scriveva «Cosa manca dunque a questo
grande popolo, per essere davvero un gran popolo, portatore di un grande messaggio, degno
di largo credito, di rispetto, di ammirazione? Cosa manca a questa gloria? Delle grandi
disgrazie, senza dubbio, delle grandi prove.






Una di quelle avventure che maturano una
nazione, la ripiegano su se stessa, le fanno prediligere i suoi veri tesori, prodigare i suoi frutti
più belli, scoprire il suo vero cammino?» (Scènes de la vie future, Mercure de France,
1930). Gli Americani, nel corso della loro storia, hanno avuta la vita troppo facile. Per
questo non sono mai divenuti veramente adulti. (Diventare adulto, non significa solo
andare avanti con l'età, attraversare diversi stadi di crescita psicologica; è anche
acquistare la saggezza e la maturità che derivano dall'esperienza e dalle prove che si sono
attraversate). Keyserling, nella sua critica dell'americanismo, è stato uno dei primi a
svelare un rapporto diretto fra il gusto del confort e della ricchezza materiale, la facilità
della vita, l'ottimismo e la puerilità. Riconoscendo nell'attività americana una «forma
infantile dello spirito pubblico», esprimeva il timore che «l'America non raggiunga mai
l'età adulta». Tocqueville, dal canto suo, temeva che l'avvento dello Stato-Provvidenza
riconducesse all'infanzia l'umanità. Il potere democratico «assoluto, particolareggiato,
regolare dolce e previdente non cerca... che di bloccare irrevocabilmente (gli uomini)
all'infanzia; ha piacere che i cittadini siano contenti, che non pensino che ad essere
contenti. Si adopera volentieri per la loro felicità, ma vuole essere l'unico agente e il solo
arbitro».
La puerilità dello spirito americano si manifesta in molte occasioni. Nel dominio
politico, per prima cosa, con quelle competizioni elettorali e quelle «convenzioni» con
il loro andamento da kermesse e da folli souks, che corrispondono, nel settore pubblico,
fra governanti e governanti, allo «stile compagnone» che regna, nel settore privato, fra
genitori e figli. Inoltre queste dimostrazioni non sono che i segni più visibili di
un'interpretazione puerile della politica, logico sostituto di un'analisi critica che raggiunge
negli ambienti radicali forme francamente patologiche, a base di fascist o communist
conspiracy di «complotti mondiali», di «governi invisibili», etc. La stessa puerile
ingenuità contraddistingue i rapporti dell'America col mondo esterno. Essa impedisce agli
Americani di comprendere che gli altri popoli possano essere (e voler essere)
differenti da loro. Di qui la loro goffaggine di fronte all'Europa, al Giappone, al
Terzo Mondo, etc. Di qui la loro collera quando vengono rifiutati i loro «benefici»: la
collera del bambino che spezza il giocattolo quando non ne comprende i
meccanismo. Non si può non rimanere parimenti colpiti dal gusto per i travestimenti
manifestato dagli Americani, si tratti del «costume tipico» di cui s'imbacucca il turista
all'estero, dei cappucci del Ku Klux Klan, delle uniformi del partito nazista, dei fez
indossati nei movimenti negri, delle panoplie pseudo-orientali degli hippies o delle
vesti dei membri dello Shrine (Ancient Arabic Order of Nobles of the Mystic Shrine), le
cui riunioni sono sempre un pretesto per mascherarsi da Arabi da Hollywood, con
vestiti dorati, pantaloni rigonfi e babbucce.
Su tutte queste puerilità si innesta un'industria del «divertimento» (entertainment) che,
secondo la formula interessa sa i grandi come i piccini. Questa industria consente di
mantenere nello spirito degli Americani l'idea di vivere in un universo
unidimensionale, a-conflittuale. Li aiuta vedere il mondo con gli occhiali rosa e li
conforta. nel loro innato ottimismo. Così il mondo reale é abolito a vantaggio di un
universo «incantevole», dove tutto é falso. A questo riguardo le Disneylands della Florida
e della California sono un simbolo esemplare dell'America. A Disneyland l'americano
è a casa sua. Questa stessa industria, attraverso i media, canalizza, recuperandolo,
l'impulso all'ammirazione, indirizzandolo verso tipi umani più o meno grotteschi ed
insignificanti: gli «idoli», in funzione dei quali si fabbricano «leggende» inventate di
sana pianta dagli artigiani dello show business secondo le fluttuazioni del top ten e del
box office - e che i loro fans dimenticheranno e disprezzeranno rapidamente come li
hanno adulati. (Anche le vedettes si consumano rapidamente). Vengono poi i magazines -
da «True Romances» e «Passion Stories» a «Thrilling Love» e «Medical Horrors», i cui
successori, con contorno di fumetti e fotoromanzi, pullulano ormai anche sull'altra
costa dell'Atlantico. Da non dimenticare, infine, la «posta del cuore», altra invenzione
americana indotta dalla psicanalisi, che permette agli individui o p p r e s s i d i
p r o b l emi d a s g r a v a r s e n e a t t r a v e r s o delle «confessioni» anonime, che
debitamente riscritte sotto l'angolatura del sensazionale un poco osceno, forniscono poi
la materia prima delle case stores pornografiche. Da tale stato d'animo deriva una vera e
propria idolatria della «giovinezza» (ma non dell'infanzia: si tratta di due nozioni
parecchio differenti), in cui si riscontrano ancora una volta l'ottimismo e la fede nell'idea
di progresso. Un popolo fiero del suo passato rispetta i suoi vecchi: ammira ciò che é
fonte di esperienza. Ma il popolo americano non vuole avere un passato. Vuol godere
dell'eterna giovinezza come di un eterno presente. Proprio negli Stati Uniti si é
incominciato a sopprimere i carri funebri tradizionali, la cui vista ricordava ai passanti
l'ineluttabilità della vecchiaia e della morte. I defunti vengono affidati a delle funeral
homes, che si prendono cura di imbalsamarli e di fargli delle iniezioni di formolo per
renderli più «presentabili».Occorre «essere d'oggi», sembrare «sempre giovane»,
etc. Si vedono così cinquantenni d'ambo i sessi vestirsi, più o meno, come delle
ragazzine o dei giovinetti. L'intera società americana si allinea alla youth culture e
consacra la now generation (la «generazione dell'ora»: chi vive nell'attimo fuggente, e
vuoi «tutto e subito»). I termini normali della subordinazione si vedono ribaltati: sono
i figli, al posto dei padri, costantemente promossi al ruolo di creatori di valori. (Da cui,
d'altronde, l'importanza agli occhi dell'America della «contestazione»). Parallelamente si
assiste ad un doppio fenomeno d'inversione delle età: mentre gli adulti appaiono dei
«bambinoni», i bambini sono dei «piccoli adulti». A questi ultimi quasi si impone la pratica
del party, del dating, etc., che fa ormai parte delle convenzioni sociali. Si infliggono loro
delle preoccupazioni da adulti. In nome della «gioventú», si distrugge il mondo
dell'infanzia. Questo processo di infantilizzazione degli adulti e di «adultizzazione» dei
bambini deriva l'altronde da un'implicita adesione alle tesi di Freud, che postulano, da un
lato, che se il fanciullo è cattivo è colpa dell'adulto che lo ha maltrattato (tema della
«repressione educativa», di cui Freud dice espressamente che «ha nociuto pesantemente
ai bambini»), dall'altro, che l'educazione non è valida e possibile se l'adulto non
torna bambino e il bambino non torna ad essere l'adulto che è già (tema riconducente
all'esistenza di una sessualità infantile la cui fantasmagorica ricchezza non ha niente da
invidiare alla sessualità adulta). Tali proposizioni «conducono il pedagogo a mettere in
discussione l'autorità ritenuta patogena guanto arbitraria» (Jean-Pierre Bigeault e Gilbert
Terrier, De la psychanalise à l'anti-éducation, in Janine Chasseguet-Smirgel, Les Chemins
de l'anti-Oedipe, Privat, Toulouse 1974). Inoltre l'idolatria del bambino trae
alimento dal fatto che i genitori dei ceti medi, affascinati dal sogno americano, dal
dinamismo sociale e dal messaggio «ispirato» dalla scienza pedagogica (da John
Dewey al dottor Spock), nutrono più o meno consapevolmente l'idea di educare un
piccolo Lincoln o un futuro J. P. Morgan.

* Giorgio Locchi e Alain De Benoist-Il Male Americano pg 62-65

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