Pensare per immagini

lug 19, 2015 0 comments



Di Gianni Golfera *

Immagini per ogni cosa

Ogni volta che pensiamo a qualcosa, si presenta alla nostra
mente un’immagine particolare che, in qualche modo, è
connessa al nostro pensiero. Tale immagine può essere più
o meno conscia e certamente rimane indissolubilmente
legata al processo logico che l’ha costruita.







 Le immagini
possono essere costruite in maniera logica o in maniera
istintiva o intuitiva, che dir si voglia. Esse risentono fortemente
del nostro background culturale e delle esperienze
che abbiamo vissuto.
Pensiamo alla semplice parola “bicicletta” e focalizziamoci
sul concetto che essa richiama alla nostra mente. Qualcuno
penserà alla propria bicicletta da corsa, qualcun altro al
negozio di biciclette dietro l’angolo, qualcun altro ancora
penserà al proprio bambino che impara ad andare in bicicletta,
oppure al suo vicino di casa che è caduto dalla bicicletta
o, ancora, alla cyclette che ha in camera da letto. Quale che
sia il pensiero che deriva da questa parola, esso è unico e
personale, e se anche due persone pensano apparentemente
alla stessa cosa, ci saranno comunque delle differenze nei
modi in cui se la rappresentano nella propria mente Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo pensato che il
libro è stato più bello del film? Questo avviene, in genere,
quando leggiamo un libro prima di vedere il film che da
esso è stato tratto. Le immagini che ci siamo creati nella
mente in base alle descrizioni contenute nel libro, infatti,
rispecchiano la nostra personale e unica sensibilità e affondano
le radici nella nostra esperienza soggettiva. Qualsiasi
altra immagine proposta dall’esterno ci appare spesso inadeguata,
lontana, poco rispondente alla nostra esperienza di
lettori.
Questo modo di pensare, basato sulle immagini, si applica
in qualsiasi ambito, anche alle astrazioni come, ad esempio,
a numeri o a concetti filosofici. Ai bambini viene insegnato
a contare partendo dalle dita della mano, per poi procedere
con operazioni sempre più complicate, ma pur sempre
rappresentabili in maniera visiva. Ogni pensiero, ogni idea,
ogni valutazione, ogni emozione ed ogni ragionamento
possono essere collegati ad immagini. Questo concetto vale
per tutti, anche per quelle persone che prediligono spontaneamente
altre modalità di rappresentazione della realtà, ad
esempio quella auditiva (nel caso di coloro che associano
più frequentemente i concetti a suoni, rumori e parole) o
quella cinestesica (nel caso di coloro che associano più
spesso i concetti alle sensazioni corporee). La nostra immaginazione,
unita ad altre facoltà fisiche e neurologiche, ci
porta a compiere imprese di cui spesso non siamo consapevoli,
come quando, attraversando una strada trafficata, la
utilizziamo per calcolare tempi e distanze e riusciamo a evitare
di essere investiti. In numerose situazioni il confine tra
ragionamento, istinto e immaginazione è così sottile da non
poter essere valutato con parametri oggettivi.

* Gianni Golfera-Più Memoria pg 37-38

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