Di Salvatore Santoru
Mentre le discriminazioni legalizzate sono fortunatamente sparite, nella società attuale comunque rimangono ancora forme di discriminazioni "indirette".
Queste ultime colpiscono gli individui o i gruppi considerati,a torto o a ragione, "non conformi" alle "norme" sociali dominanti e agli standard richiesti comunemente nei vari ambiti della vita sociale e non.
In ciò, gioca un ruolo importante il peso del giudizio critico e la strategia dell'etichettamento, così diffusa al giorno d'oggi, anche se oggetto di forti critiche.
Si etichettano e si considerano negativamente determinati individui da alcuni aspetti considerati "disfunzionali" del loro atteggiamento e del loro comportamento sociale, senza guardare l'insieme.
Si considerano alcuni come "sfigati" e/o "addormentati" se poco attivi dal punto di vista sociale o semplicemente troppo timidi,impacciati o altro rispetto alla norma, "infantili","immaturi" se troppo ingenui o "sognatori", o al contrario "vecchi" se troppo poco idealisti.
Tali giudizi vengono amplificati e "confermati" dal comportamento di chi li subisce, che spesso e volentieri interiorizza tali giudizi e non raramente li utilizza come "prova"di una sua presunta "incapacità a vivere" e/o "inferiorità sociale" o di altro tipo, e ciò crea un circolo vizioso alquanto duro da bloccare.
Indubbiamente, la società ha bisogno di cambiare e le strategie dell'etichettamento, così forti e connaturate all'interno delle "norme sociali", devono lasciare spazio alla comprensione e al giudizio e valorizzazione degli individui nel loro complesso, e non solamente a causa di "difetti" o atteggiamenti considerati "disfunzionali", i quali possono altresì essere superati mediante una già citata comprensione e valorizzazione degli aspetti della persona.
In tal modo, tale cambiamento di mentalità sociale costituirà un miglioramento, e ciò costituirà un'ulteriore passo in avanti nella costruzione di una società in cui gli individui non vengano giudicati e/o criticati primariamente in base alla mera apparenza ma a causa delle loro azioni e conseguenze.
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