Lo ha rivelato lo stesso Papa Francesco durante l’incontro nell’aula Paolo VI con i partecipanti al Convegno internazionale per i giovani Consacrati. Durante il saluto ai religiosi provenienti da Iraq e Siria ha rivelato: “Alcuni giorni fa in piazza, un sacerdote iracheno si è avvicinato e mi ha dato una croce piccola: era la croce che aveva in mano il sacerdote che è stato sgozzato per non rinnegare Gesù Cristo. Questa croce la porto qui”. Una rivelazione che ha commosso molti dei presenti e riportato alla memoria di tutti quante sofferenze stiano vivendo i cristiani, siano essi religiosi, preti o meno, che quotidianamente vengono perseguitati in ogni parte del mondo.
Nella stessa occasione Papa Francesco ha anche chiesto perdono per i propri peccati: “Tutti siamo peccatori, ma non in teoria, in pratica: io ricordo i miei peccati e mi vergogno, ma mai il Signore mi ha lasciato solo, nemmeno nei momenti bui della tentazione e del peccato”. Parole molto forti e significativi che fanno sentire tutti un po’ meno soli con le proprie paure e i propri sensi di colpa.
Poi in conclusione il Papa ha voluto lanciare un messaggio a tutti i religiosi che lo ascoltavano: “Due parole, una che è il simbolo, non so se il peggiore, ma uno dei peggiori atteggiamenti di un religioso, il rispecchiare se stesso, il narcisismo, guardatevi da questo – ha esortato – e noi viviamo in una cultura narcisista che sempre abbiamo questa tensione per rispecchiarci: no al narcisismo, guardare se stessi, sì al contrario a quello che ti spoglia di tutto il narcisismo, si all’adorazione e io credo che questo è uno dei punti nel quale dobbiamo andare avanti, la preghiera di adorazione”.
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