La Russia bombarda Raqqa, la capitale dell'Isis. Siria: "Ok a colloqui di pace"

ott 3, 2015 0 comments

Di Claudio Salvalaggio

Nel terzo giorno consecutivo di raid aerei in Siria, che secondo il capo della commissione esteri della Duma Alexiei Pushkov potrebbero durare 3-4 mesi, Mosca colpisce anche Raqqa, considerata la roccaforte del Califfato, costringendo i jihadisti a cancellare la preghiera del venerdì.
Quasi una risposta all'appello firmato dagli Usa e da sei suoi alleati (Francia, Gran Bretagna, Germania, Turchia, Arabia Saudita, Qatar) perchè la Russia "fermi immediatamente i suoi attacchi contro l'opposizione siriana e i civili e concentri i suoi sforzi contro l'Isis", per la "profonda preoccupazione" che la "nuova escalation" rischi di "attizzare l'estremismo e la radicalizzazione" del conflitto. 






Timori ribaditi personalmente da Hollande a Putin nel bilaterale di oltre un'ora a Parigi prima del vertice a quattro sulla crisi ucraina. "Ho detto a Putin che i raid devono riguardare l'Isis e soltanto l'Isis", ha poi sintetizzato il presidente francese, ribadendo che "l'avvenire della Siria passa attraverso l'uscita di Assad". Netta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel: "abbiamo detto chiaramente che l'Isis è il nemico. Ma abbiamo anche detto che per la Siria ci deve essere una soluzione che tenga conto degli interessi dell' opposizione" al regime di Assad. "Non dobbiamo dimenticare ciò che è successo in Siria, centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita ben prima dell'Isis, a causa del regime di Assad", ha aggiunto. Ma il leader del Cremlino non sembra scostarsi dalla sua tattica, mantenendo l'ambiguità sui bersagli militari e confidando nel terzo round di colloqui guidati dall'Onu a Ginevra per trovare una soluzione pacifica al conflitto, ai quali parteciperà anche Damasco, come ha annunciato il ministro degli esteri siriano, Walid Al Moualem, all'Assemblea Generale al Palazzo di Vetro.
Il bilancio dei 32 raid aerei russi messi a segno nelle ultime 36 ore da Sukhoi-34, Sukhoi24-M e Sukhoi-25 rivela 'target' apparentemente diversi. Il ministero della difesa russa sostiene di aver colpito un posto di comando mimetizzato dell'Isis a Kasert-Faraj, a sud-ovest di Raqqa, e un campo di addestramento della stessa organizzazione vicino a Maadan-Jedid, 70 km più ad est. Altre fonti, come l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), riferiscono di 12 militanti Isis uccisi vicino a Raqqa, mentre la tv Al Jazira ha dato conto di un attacco aereo contro Qaryatain, città siriana nella provincia di Homs controllata dall'Isis, dove decine di cristiani, tra i quali padre Jacques Murad, sono praticamente tenuti in ostaggio. I caccia con la stella rossa hanno distrutto anche un centro di comunicazione in provincia di Aleppo, un campo di militanti e un centro operazioni nella provincia di Idlib (dove in alcuni villaggi sarebbero stati uccisi anche sette civili, secondo Ondus), un posto di comando a Hama: tutti obiettivi classificati da Mosca come Isis, ma in zone che in realtà sono controllate da Al-Nusra, branca siriana di Al-Qaida, o da altri gruppi di ribelli che combattono Assad e sono in parte sostenuti dall'Occidente. Gli Usa sono irritati, tanto che il Pentagono starebbe "valutando" se gli Stati Uniti debbano usare la forza militare per proteggere i ribelli anti-Assad da essi addestrati in Siria in caso di raid russi.
Intanto gli americani si rafforzano in Turchia, dove hanno trasferito nella base di Diyarbakir aerei da trasporto C-130, elicotteri Sikorsky HH-60 Pave Hawk e 300 uomini destinati alle operazioni di soccorso in Siria e Iraq nell'ambito delle operazioni della Coalizione internazionale anti-Isis. La strategia di Mosca sembra quella di colpire tutti i gruppi terroristi che si oppongono ad Assad, sostenendo con l'aviazione una possibile offensiva di terra da parte dell'esercito siriano con soldati di Teheran (ma un alto diplomatico iraniano ha smentito), le milizie sciite libanesi di Hezbollah e quelle sciite irachene. Le operazioni militari russe potrebbero durare 3-4 mesi, secondo Pushkov, ma anche 3-6 mesi, per Igor Korocenko, membro del consiglio pubblico presso il ministero della difesa. Per ora sembra esclusa invece una estensione dei raid russi contro l'Isis in Iraq, anche se per il premier Haidar al Abadi sostiene che "sarebbe benvenuta" una eventuale proposta di Mosca: il Cremlino non sembra intenzionato ad aprire un secondo fronte, dopo aver deciso di combattere oltre le frontiere dell'ex Urss per la prima volta dopo la disastrosa campagna afghana degli anni Ottanta.

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