Ecco com’è fatta Internet

nov 22, 2015 0 comments
Internet

Di  Diletta Parlangeli

La sua idea sarebbe potuta diventare una roba da feticisti, o per soli addetti ai lavori: programmisti, sistemisti, informatici vari. Invece, il lavoro messo a fuoco dal fotografo Peter Garritano è quasi educativo, oltre che artistico. È riuscito a far diventare la rete, oltre che un luogo, una cosa tangibile. Una struttura concreta, ferma, enorme, fatta di cavi e interruttori, passaggi di sicurezza, e ambienti algidi, sotterranei, nascosti, protetti.
Per raccontare che cosa fosse Internet – nome che ha dato al progetto fotografico – ha trascorso gli ultimi cinque mesi a fotografare i “carrier hotel”, grossi centri dati in cui convergono molte reti per confluire poi in una sola, più grande. In un carrier hotel la rete di un operatore si può agganciare a quella di un altro, o quella di Google, e così via. Sono per lo più posti di connessione di grandi fornitori di servizi Internet, ma ormai non solo appannaggio dei provider: sempre più spesso anche le aziende che lavorano con enormi applicazioni Internet cercano di averne di propri.
Ogni società che utilizzi la rete può impostare le proprie macchine all’interno di queste strutture, edifici in cui non è semplice accedere: Garritano ha aspettato per settimane, chiedendo in giro, contattando giornalisti che si occupano di tecnologia e organizzando incontri.
Due dei cinque carrier hotel di New York in cui è stato non hanno voluto essere citati, gli altri tre sono gestiti da gruppi come Telx  e  Zayo. Procurano collegamenti diretti tra i provider e le imprese come Time Warner Cable e Hewlett-Packard.
La sicurezza è uno dei punti cruciali: guardie, telecamere, controlli biometrici e persino trappole. Non sempre il fotografo ha avuto il tempo di pensare come avrebbe voluto prima di scattare. Negli ambienti dove ha potuto, ha preferito usare una macchina fotografica a pellicola. Negli altri spazi, foto con la reflex digitale, e al volo.
Quanto fascino, quanta poesia da mission impossible. Beh, insomma. Al di là dei passaggi di sicurezza, la prospettiva non è troppo varia. Tolti i centri operativi, che fanno molto FBI, si tratta di chilometri e chilometri di cavi. Fibra ottica che entra ed esce dai carrier hotel, alcuni per gestire le connessioni locali, altri per attraversare l’Atlantico. Qualcosa che può diventare “visivamente deludente, se estrapolato dal contesto” afferma Garritano stesso, che racconta i cavi di fibra sottili come “quelli dei nostri carica batterie del cellulare“.
Armadi, server, pannelli elettrici e motori diesel pronti per le emergenze, sistemi di backup, cavi di alimentazione. Un mondo algido, che sembra così lontano, eppure ci porta la rete esattamente dove la vogliamo. Per commentare un post, leggere questo articolo, comprare il biglietto del treno. “Spero che, anche se solo a un livello di base questa serie di scatti possa aiutare a comunicare la realtà e a illustrare i vari sistemi necessari al funzionamento di Internet”, ha detto Garritano a Wired.com“Cioè le enormi quantità di energia necessaria, i sistemi di raffreddamento, l’enormemente complesso sistema di collegamenti via cavo e, chiaramente le persone che progettano e poi gestiscono questi sistemi“.

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