Un'antica profezia romanzata dai militanti dell'Isis parla di una battaglia tra l'esercito islamico e un' "orda infedele" in Siria, annunciando la fine del mondo. L'editto che avrebbe oltre 1300 anni, è un rapporto di atti, insegnamenti e detti del Profeta Maometto, e si riferisce a un' 'orda' che lancia 80 striscioni che atterrano su un esercito musulmano nella città siriana di Dabiq. Si parla di un 'Malahim' - l'equivalente di Armageddon negli insegnamenti cristiani - in cui alla fine i musulmani prevarranno.
La profezia si dice che sia una parte fondamentale dell'ideologia dello Stato islamico e viene utilizzata per alimentare il reclutamento di jihadisti che credono di essere 'cuspidi della storia'. I sostenitori dell'isis sui social media hanno iniziato a confrontare i recenti sviluppi in Siria alla profezia e a ravvisare gli avvertimenti del 'Malahim'. Addirittura pare che i combattenti dell'Isis abbiano letto e cercato di ricalcare la profezia nel conquistare Dabiq nel mese di agosto e che il nome della città sia diventato sinonimo della lotta contro l'occidente. Il gruppo terroristico ha anche nominato la sua rivista ufficiale 'Dabiq'.
I sostenitori sembrano essere convinti della validità della profezia. Sono in molti a rivelarla e ad enfatizzarla anche sui social network. Shadi Hamid, un ricercatore presso il Brookings Institute, ha detto che l'hadith è fortemente invocato dall'Isis perché "solleva il morale. È giusto presumere che la stragrande maggioranza dei combattenti credono in questi messaggi". L'antica hadith è stata tramandata in diverse versioni nel corso degli ultimi 1000 anni, ma in tutti i casi si incentra su una battaglia tra un esercito musulmano e le forze dei non credenti. La profezia ha avuto un ruolo nella ideologia del movimento fin dai suoi primi giorni.
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