Francesco Giubilei, il più giovane editore d'Italia: "Senza il web e il mondo digitale non avrei mai aperto la mia casa editrice"

apr 26, 2016 0 comments

Francesco Giubilei, 24 anni, è il più giovane editore d’Italia. Ha fondato due case editrici, la prima a soli 16 anni. Insomma, un talento precoce che ha deciso di confrontarsi con uno dei mondi più complessi del business attuale: quello dei libri.

Intervista di Francesco Bommartini a Francesco Giubilei

Di Francesco Bommartini 

Francesco, come mai hai deciso di creare una casa editrice?Come spesso accade tutto è nato dalla passione. Nel mio caso passione per i libri, la letteratura e l’editoria che, con il tempo, è diventata un lavoro. Senza il web e il mondo digitale aprire una casa editrice per me non sarebbe stato possibile. 





Historica è nata come un magazine online da scaricare gratuitamente. Poi è diventato una rivista letteraria cartacea e infine una casa editrice. All’inizio tutti i contatti e la visibilità del progetto arrivavano dal web. Oggi Historica conta un catalogo di quasi 150 titoli e dal 2013, insieme al mio socio Giorgio Regnani, abbiamo dato vita a un altro marchio, Giubilei Regnani editore con distribuzione nazionale inlibreria CDA.
In cosa differisce Historica da altri editori e quali sono i valori che portate avanti?Da quando siamo nati nel settembre 2008 cerchiamo di portare avanti un progetto culturale che si basa sul nostro catalogo. Ogni libro pubblicato è un piccolo tassello di un grande puzzle, cerchiamo di non seguire la logica del best seller ma del long seller, di pubblicare libri che non scadano, che durino nel tempo. Il nostro obiettivo è quello di creare attorno alla casa editrice una comunità di lettori che creda nel nostro progetto e nei nostri valori: tutela della bibliodiversità e delle librerie indipendenti e valore culturale, ancor prima che commerciale, dei libri.
Come è strutturata la casa editrice? Quante persone ci lavorano?Oltre al mio lavoro e alla consulenza del mio socio abbiamo un collaboratore fisso, Daniele Dell’Orco (che è anche il direttore di Cultora.it, il portale di informazione culturale edito da Historica), e un grafico, Alberto Malossi. Vi sono poi una serie di collaboratori che contattiamo a collaborazione  (gli editor ad esempio).
È vero che i giovani non amano leggere? 
Generalizzare è sbagliato, ci sono tanti giovani che amano i libri e la lettura, purtroppo però la società contemporanea offre troppe distrazioni e per prendere in mano un libro occorre essere realmente motivati. Pensate che un grande editore, giornalista e artista come Leo Longanesi negli anni ’50 accusava il termosifone di essere uno strumento che provocava una diminuzione della lettura poiché le famiglie non si riunivano più attorno al caminetto per leggere un libro come avveniva a fine ottocento. In generale i nuovi strumenti di comunicazione di massa, la radio, la televisione – come ricordavano Pasolini e Bianciardi – e da ultimo il computer hanno certamente determinato una diminuzione della lettura di libri cartacei da parte delle nuove generazioni. La sfida del futuro sarà riuscire a educare i bambini e i ragazzi alla lettura, inutile dire che il ruolo della scuola sarà strategico. Non appena riusciremo a comprenderlo diventeremo un paese migliore.
Credi che gli ebook soppianteranno il libro cartaceo o sono solo un corollario o qualcosa a sé stante? Historica ha anche pubblicato un libro sul tema.Abbiamo pubblicato un libro che si intitola “L’ebook e (è?) il futuro del libro” scritto da Massimo Maugeri – critico letterario siciliano e curatore del sito letterario Letteratitudine – in cui si raccolgono le opinioni di vari addetti ai lavori sul futuro del libro. Non credo che il libro cartaceo scomparirà: ebook e libro cartaceo in futuro conviveranno così come oggi avviene per i cd (e addirittura i vinili) e la musica online. In futuro la quota di mercato del libro cartaceo diminuirà e cresceranno sempre di più i lettori di ebook finché il mercato si assesterà. Gli ebook offrono indubbiamente dei vantaggi e determinate pubblicazioni (per esempio testi universitari, atti dei tribunali, codici) possono essere avvantaggiate dal nuovo supporto, ma ci sono alcuni libri o generi letterari (mi vengono in mente i classici) la cui lettura su carta è insostituibile.
Quali sono i tuoi gusti in ambito letterario? Dicci 3 libri che ti hanno cambiato la vitaNon ci sono tre libri che hanno cambiato la mia vita perché ogni libro che leggo contribuisce in piccolo a cambiarmi e a formarmi, ma voglio citare tre romanzi che per varie ragioni mi sono particolarmente cari: “Il maestro e Margherita” di Bulgakov, “Martin Eden” di Jack London e “Il Giardino dei Finzi-Contini” di Bassani.
Quando pensi agli aspiranti autori che ti inviano un libro, cosa ti viene in mente?Ogni giorno riceviamo tra le due case editrici 4-5 manoscritti di autori che si propongono per pubblicare un libro. Il problema è che molti lo fanno senza conoscere la nostra linea editoriale e senza seguire le regole che abbiamo inserito nella sezione “manoscritti” del sito.
Per questo abbiamo deciso di organizzare il 18 aprile un workshop pomeridiano a Roma intitolato “Pubblicare un libro. Come presentare il manoscritto corretto all’editore giusto” con la partecipazione degli scrittori Marco Proietti Mancini e Paolo Gambi (autore Mondadori e coautore di Cecchi Paone) in cui spiegare, a chi scrive, le regole basilari per proporre un manoscritto a un editore.
Che criteri attuate per scegliere chi pubblicare?
Per la scelta dei manoscritti da pubblicare ci atteniamo a poche regole principali: il testo deve rientrare nella nostra linea editoriale, avere un valore culturale e un potenziale commerciale.
Che consiglio daresti al governo in merito all’editoria?Proprio in questi giorni ho scritto un editoriale per Cultora intitolato “Così il governo uccide librerie indipendenti e piccoli editori” in cui si spiega come con la scelta di introdurre nel decreto legge “Concorrenza sulle liberalizzazioni” una norma che abroghi la Legge Levi con cui si fissa il tetto massimo di sconto per i libri al 15%, si rischia di affossare definitivamente migliaia di librerie indipendenti e piccoli e medi editori. Un segnale importante da parte del governo sarebbe quello di lasciare la Legge Levi così come è concepita oggi, in modo da regolamentare il mercato ed evitare la corsa allo “sconto selvaggio”.


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