Il dramma dei padri separati

gen 25, 2017 0 comments
SAD MAN

I padri separati e il loro dramma silenzioso: le difficoltà economiche, la mancanza della casa e l'allontanamento dai figli

Di Elisabetta Invernizzi
Una bambina guarda il letto dove ha dormito suo papà. Accarezza le lenzuola, sistema il cuscino, rincorre con le dita le grande sagoma rimasta impressa sul materasso. Dopo la separazione, Marco ha perso tutto. La casa, il lavoro, gli affetti. Dei mesi passati in macchina agli angoli delle strade ricorda il buio delle notti accovacciato sui sedili posteriori, l’odore rancido alle prime luci del mattino, i vetri appannati dietro cui nascondersi. E la paura di incrociare all’improvviso lo sguardo di sua figlia. Marco ora vive in una stanza e divide l’appartamento con altri padri come lui. Ma la vergogna non si cancella. “Mi ha chiesto di mostrarle il letto dove dormiva suo papà”, racconta Gianmario Pagani, padre separato e presidente dell’associazione ‘La Rinascita’ di Como. “Voleva vederlo con i suoi occhi per accertarsi che stesse bene. E poi ha sorriso”.
In Italia i padri separati sono circa 4 milioni, 800mila si trovano sulla soglia di povertà secondo il Rapporto Caritas 2014 . Un esercito di uomini che, complice la crisi economica, per sostenere il mantenimento dello stesso tenore di vita all'ex moglie e ai figli, non hanno i soldi per pagare un affitto e così vivono dentro un'automobile o sono ridotti allo stato di clochard. Papà in giacca e cravatta in fila alla mensa dei poveri, costretti a dormire in macchina e a farsi la doccia in ufficio.
“Non possono permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni, non possono scaldare adeguatamente casa e arrivano a fine mese con grande difficoltà”, si legge nel Rapporto. Un fenomeno in continua crescita, come testimonia l’andamento dei servizi rivolti ai padri separati. “Dal 2013 a oggi sono aumentate le richieste di alloggi e servizi residenziali”, spiega Laura De Lauso, responsabile dell’Ufficio Studi Caritas. “Per un papà separato la casa è una necessità, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico. È uno spazio per ritrovare se stessi, per riprendere in mano la propria vita oltre che un luogo sano dove poter incontrare i figli”.
La separazione, le difficoltà economiche, la mancanza di una casa. Un dramma silenzioso che confina molti uomini allo stato di indigenza a cui si somma il dolore per l’allontanamento dei figli. “Una quercia abbattuta senza più radici. Fragile, inerme e senza più dignità”. Pagani descrive così la condizione di un uomo che, non più marito, non vuole rinunciare a essere padre e lotta ogni giorno, in silenzio, per non finire nel baratro della solitudine, dell’abbandono e della negazione dei suoi diritti di genitore. “Ogni bambino vede il proprio papà come un eroe”, spiega ad HuffPost. “Ma dopo una separazione quella quercia forte e protettiva diventa una canna sbattuta dal vento. E quando un uomo non riesce più a prendersi cura della sua famiglia, perde la stima in se stesso e si sente un fallito”.
A peggiorare questa situazione l’isolamento e la solitudine con cui molti uomini affrontano questo dramma. “Il padre separato non fa rumore, non chiede aiuto, si vergogna. Lo riconosci dallo sguardo perso e remissivo”, racconta Pagani ad HuffPost. “Sono stato anch’io in quella situazione. La prima cosa che facevo al mattino quando mi svegliavo era pulire la macchina dove avevo dormito per cancellare ogni segno della notte precedente perché mi vergognavo”. Il pudore, il bisogno di nascondersi e di non mostrare la propria debolezza di fronte ai figli. “Spesso gli uomini non hanno la forza morale per affrontare questa situazione. Così si innesca una spirale per cui i papà che non riescono a pagare gli alimenti si sentono in difetto e pensano di non meritarsi l’affetto dei figli”.
Un rapporto, quello con il bambino, che rischia di incrinarsi con il venir meno della quotidianità. Dopo la separazione la relazione con il figlio cambia e il più delle volte in senso negativo tanto da parlare in alcuni casi di crisi del rapporto. Una ferita aperta per molti uomini che si sentono privati della possibilità di trascorrere più tempo insieme al bambino. “Il 58,1% dei padri intervistati denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti con i figli”, si legge nel Rapporto. “Le madri invece riconoscono per lo più un miglioramento”. A rendere insoddisfatti i papà sono la frequenza delle visite, i luoghi degli incontri e l’impossibilità di partecipare a momenti importanti della vita del bambino come compleanni, feste e altre ricorrenze. “Alcune mamme tendono persino a ostacolare il rapporto padre-figlio”, spiega l’avvocato Walter Buscema, presidente di ‘Nessuno tocchi papà’, associazione che si occupa di dare voce ai padri separati. “E così, dopo la fine del matrimonio molti cercano di rafforzare il rapporto con il bambino viziandolo, e diventando poi dei compagni di gioco più che dei papà”.
Le associazioni a difesa dei padri separati la chiamano “paternità negata” e denunciano una disparità di trattamento tra uomo e donna dopo la fine della relazione quando di mezzo ci sono i figli. “I papà sono trattati dallo Stato come genitori di serie B”, spiega Buscema ad HuffPost. “Spesso si dice che i figli dei separati siano orfani di padri viventi. È una provocazione ma rispecchia la realtà di molte famiglie in Italia. Colpa di una legge che risente ancora del vecchio pregiudizio secondo cui i figli sono solo della mamma. Ma i bambini hanno diritto di godere dell’affetto di entrambi”.

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