Dopo aver perso il lavoro operaio finisce col vivere sotto un ponte, imprenditore scopre il suo caso, lo assume e gli trova un'alloggio

nov 14, 2017 0 comments
Michele Parini (sinistra) e Giordano Piovesan (destra)

Michele Parini (sinistra) e Giordano Piovesan (destra)


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Perdere il lavoro è un dramma che può stravolgere la vita di una persona. Soltanto chi ha provato tale disavventura può comprendere il significato reale di questa condizione. Giordano Piovesan, un 55enne italiano che come tanti altri ha vissuto questa disgrazia, ha raccontato il proprio incubo a Cesare Bonifazi, giornalista de Il Tirreno. L’inferno, dice sul quotidiano, “lo vivo quando piove.Con il freddo ti puoi coprire con mille coperte e alla fine ne senti meno”. Ma la pioggia, sottolinea, “è una bestia: l’umidità si infila nelle ossa e scorre lungo la spina dorsale”. Giordano, operaio altamente qualificato che lavorava presso i cantieri navali, è stato licenziato un anno fa. Sul momento si diceva ottimista ma da lì a poco si è reso conto che rialzarsi da un tale inconveniente è più difficile del previsto. In pochi mesi ha finito i soldi risparmiati, ha visto il proprio matrimonio andare in frantumi e alla fine ha perso persino la casa.


Per lui niente più contratti: è troppo "vecchio"

Per lui, da quel momento in poi, soltanto una marea di porte chiuse e di opportunità irraggiungibili… perché troppo avanti con l’età. Una spirale di eventi negativi che in brevissimo tempo lo ha portato a vivere in strada, dapprima nella macchina - che poi ha perso - e poi sotto le scale dei palazzi e sulle panchine di Viareggio. “D’estate - racconta al giornalista - non è un grande problema dormire fuori, ma durante l’autunno e l’inverno è anche difficile trovare un posto. Quelli migliori in genere sono occupati da altri. Ogni tanto vado anche al dormitorio. Ma possiamo andarci a turno, non c’è posto sempre per tutti”. Quotidianamente era costretto poi a rovistare tra i rifiuti, in cerca di qualcosa da indossare e qualsiasi cosa da mettere sotto i denti. Il pranzo riusciva quasi sempre a rimediarlo alla mensa sociale, ma la sera… la sera era un’altra cosa: spesso andava a dormire senza mangiare.

Tutti hanno iniziato a snobbarlo

Giordano, che per 13 anni ha lavorato nei cantieri come verniciatore, si è ritrovato senza un lavoro - e a fare una vita da clochard - dall’oggi al domani. L’ultima società che lo aveva assunto ha chiuso, ma questo non lo ha certo gettato nello sconforto. Armatosi di coraggio ha bussato alla porta delle varie aziende, riuscendo a farsi fare dei contratti a tempo determinato. Nonostante tutto “c’era sempre lavoro  racconta - mi facevano contratti da quattro mesi ogni volta. Non era un contratto a tempo indeterminato, è vero, ma alla fine andava comunque bene. Lo stipendio, a casa, lo portavo”. “Sono un operaio qualificato con anni di anzianità e, oggi - spiega - le aziende preferiscono assumere personale da formare, che quindi costa meno. Giovani, ad esempio. Ma anche stranieri. Ce ne sono tantissimi”. Piovesan ad un certo punto ha cercato anche occupazioni alternative. “Farei anche le pulizie - aveva raccontato a Il Tirreno - qualsiasi cosa, veramente”.

La sua storia ha fatto il giro del Web e alla fine ecco la svolta

La voglia di lavorare e di combattere di Piovesan ha fatto sussultare il cuore di Michele Parini, amministratore di Austin Parker. Parini, che lavora proprio nella cantieristica nella Darsena pisana. L’amministratore ha deciso di incontrare Piovesan. Dopo una piacevole conversazione ha deciso di offrirgli non solo un lavoro, ma anche un posto dove stare. A breve, questo l’impegno personale, vedrà di trovargli un mezzo di trasporto con cui poter fare il tragitto dall’alloggio al suo nuovo luogo di lavoro. “Io stavo cercando una persona che entrasse nel cantiere - ha detto l’imprenditore quasi a rimarcare di non aver fatto nulla di straordinario -. Avevo un posto vuoto, se così si può dire. Ho letto la storia di Giordano e ne sono rimasto profondamente colpito. Ho deciso che volevo dare fiducia a questa persona e ho avuto un primo incontro con lui. Comincerà a lavorare alla Austin Parker dal prossimo 20 novembre".

Vogliamo che Giordano riprenda in mano la propria vita

"Inizialmente sarà con un contratto a tempo determinato, da quattro o sei mesi, poi vedremo. Ho voluto vederlo di persona principalmente per capire che persona fosse. A me non importa che sia molto qualificato ma che abbia voglia di lavorare e che si impegni seriamente in quello che fa. Se dimostrerà di avere voglia di impegnarsi non credo che ci siano problemi a prolungare il contratto e, magari, a farlo diventare a tempo indeterminato. Ma su quello dobbiamo ancora lavorare. Vogliamo che Giordano riprenda in mano la propria vita - conclude - che si rimetta in piedi e faccia veramente vedere che, quando gli viene data un’opportunità, riesce a dimostrare tutto il suo valore. Far del bene a lui è la cosa principale ma si deve sapere che esistono persone, imprenditori, al di là di me, che credono ancora nelle persone e che sono disposte a dare una mano a chi ha bisogno. Magari la nostra storia è più mediatica ma esistono realtà come queste continuamente nel mondo del lavoro”.

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