17enne cancellata dalla foto di classe perché avente difficoltà motorie e cognitive, la lettera di indignazione della madre

lug 5, 2016 0 comments
LARA
Cancellata dalla foto di classe. L'Alto Adige ha raccontato oggi la storia di Laraattraverso le parole della madre Daniela Plezzer, che ha inviato al giornale una lettera per raccontare come sua figlia 17enne, con problemi e difficoltà motorie e cognitive, sia stata tolta dalla foto di classe.
"Sono rimasta indignata e mortificata, perché nella foto della terza classe, Lara non c’era. Ho chiesto spiegazioni al preside che con molta superficialità mi ha risposto che probabilmente quel giorno mia figlia non era presente in classe. Solo l’insegnante di sostegno si è scusato. La verità è che nel percorso scolastico, fatto finora da mia figlia, la famosa integrazione non c’è mai stata. E il fatto che Lara non fosse su quella foto, assieme agli altri, ne è la conferma. Troppi ragazzi come mia figlia sono messi in disparte e ciò non è né giusto né corretto.
Mia figlia - spiega - ha difficoltà motorie e cognitive: fin da piccola abbiamo cercato di farle capire che lei può fare tutto, ma con tempi più lenti rispetto ai suoi compagni. Nonostante ciò è autonoma, tranquilla e affettuosa. Dopo le medie, abbiamo deciso di iscriverla in un istituto ad indirizzo professionale, scegliendo una scuola di piccole dimensioni nell’illusione che fosse più accogliente. Durante il consiglio di classe integrato del primo anno, ci siamo accordati con la scuola su quali cose fare con Lara, tra queste c’erano appunto l’integrazione e l’autonomia".
"Quando non c’era l’insegnante di sostegno, la sua giornata scolastica finiva. Non poteva stare in classe con i compagni, perché a detta dei professori c’erano troppi ragazzi non adatti a lei. Quindi l’anno è scivolato via, così in solitaria"
"Il secondo anno stessa musica: i genitori combattono per farla stare qualche ora assieme ai coetanei, visto che la classe nel frattempo era stata dimezzata. «Risposta: nostra figlia non poteva fermarsi in classe, perché gli insegnanti non se la sentivano e comunque si sarebbe annoiata. Ma la migliore scusa è stata che i compagni erano in un’età difficile e non sarebbero riusciti a comportarsi in modo tale da stare assieme a lei. Forse, mi dico, gli insegnanti avrebbero potuto insegnare a questi ragazzi un po’ di umanità e senso civico"
.
Il terzo e ultimo anno, scrive l'Alto Adige, la famiglia riesce ad ottenere qualche ora in classe con i compagni, ormai però è troppo tardi.
"Lara esclusa da sempre dal gruppo è in difficoltà e va in crisi. Finalmente comincia lo stage, ma il gruppo rimane invariato: disabili da una parte, ragazzi (normali) dall’altra. A fine scuola mia figlia è stata male e per più giorni mi ha chiesto sempre la stessa cosa: “Mamma, non devo più tornare lì, vero?”.

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