SIRIA, SECONDO IL QUOTIDIANO "AL WATAN" I CURDI VOGLIONO "SCARICARE" OBAMA E SCHIERARSI CON LA RUSSIA

set 21, 2016 0 comments
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Di Roberto Vivaldelli

Terminata la tregua, la guerra in Siria prosegue su più fronti. A Nord, circa due settimane fa, laTurchia aveva lanciato la sua offensiva nella regione dalla provincia di Kilis. Come riportava l’agenzia Reuters, “supportando i ribelli turkmeni e arabi, sotto la bandiera del Free Syrian Army, la Turchia spera di scacciare l’Isis da quell’area e contenere l’avanzata dei curdi filo-americani”.
Ora è il quotidiano siriano Al-Watanripreso da Al-Masdar News, a dare notizia di una richiesta piuttosto insolita e inaspettata nel complesso quadro della guerra siriana.
“Le forze curdo-siriane dell’Ypg – scrive il quotidiano – hanno chiesto aiuto al governo siriano e alla Russia per fermare le incursioni della Turchia nel Paese. Fino ad oggi, i gruppi vicini alla Turchia, ossia il Free Syrian e altre milizie, hanno conquistato decine di villaggi ai danni dell’Ypg. Questa richiesta insolita è giunta dopo che l’Ypg e la polizia curda hanno preso di mira le Forze Nazionale di Difesa con un attacco che la provocato la fine dell’accordo di pace”.
Il quotidiano siriano spiega inoltre che “le autorità curde stavano progettando la conduzione di un censimento per poi annunciare le loro ambizioni federaliste nelle aree di loro controllo entro un mese. In modo tempestivo le autorità curde avrebbero chiesto così aiuto a Damasco nella lotta contro la Turchia, per la costituzione di una Siria federalista”. È evidente che i leader curdi cominciano a fidarsi meno di quello che era stato il loro interlocutore di riferimento fino a questo momento, ovvero gli Stati Uniti. Ed è per questo che ora si appellano a Damasco e Mosca.
Tutto questo avviene quando, lo scorso agosto, l’Asaysh (la polizia curda) e le Unità di Protezione del popolo, legate al partito curdo Pyd – Democratic Union Party – e al nucleo delle forze anti-governative delle Sdf (Forze democratiche siriane) hanno attaccato le forze governative di Damasco presso Hasakah: un’offensiva che ha precluso ogni tipo di collaborazione tra le forze curde e il governo siriano.
A inizio agosto l’Ypg aveva ripulito l’area di Hasakah dall’Isis, lasciando la città per il 75% in mano alle forze curde, e per il 25% sotto il controllo delle forze lealiste. Le truppe curde ne chiedevano il ritiro totale, e questo fu il motivo degli scontro contro le forze governative: queste ultime hanno lasciato successivamente l’area grazie alla mediazione fondamentale della diplomazia russa.
Il quadro è talmente complesso e intricato che quando si parla di curdi e di “Kurdistan” occorre tuttavia essere molto precisi. Il progetto del Kurdistan siriano avallato da Washington, dalla Francia e dalla Turchia, infatti, non ha nulla a che fare con quello legittimo riconosciuto nel 1920 alla Conferenza di Sèvres.
Tale progetto consiste consiste nel creare uno stato curdo nella parte nord della Siria – quindi fuori dalla Turchia – in una zona abitata storicamente da arabi e da moltissimi cristiani. L’idea è sostenuto da alcuni membri del Pkk e dai leader delle altre fazioni curde, che vogliono a tutti i costi un loro Stato, senza preoccuparsi di occupare illegalmente quei territori.
Ora gli stessi curdi, a fronte di questa richiesta di aiuto nei confronti di Damasco e Mosca, dovranno inevitabilmente fare chiarezza a tal proposito.

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