IL FASCINO ENIGMATICO DEI MEGALITI DELLA VALLE DI BADA

dic 9, 2016 0 comments
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Di Wu Mingren

La Valle di Bada (nota come Bada Valley o Napu Valley) è un sito megalitico situato nel Parco Nazionale di Lore Lindu, sull’isola di Sulawesi, in Indonesia.
Sebbene non siano stati ancora tutti catalogati e documentanti, a partire dal 2001 sono stati individuati centinaia di megaliti, trenta dei quali rappresentano figure antropomorfe.
Scoperti nel 1908, per i successivi cento anni nessuno si è preso la briga di cominciare uno studio su queste enigmatiche figure megalitiche e, di fatto, si di esse si sa veramente molto poco.
La prima cosa che salta agli occhi è la straordinaria somiglianza con i moai dell’isola di Pasqua. Oltre questo, le informazioni sui megaliti sono poche e contraddittorie.
Ad esempio, al momento è difficile stabilire con certezza l’epoca in cui sono stati realizzati Alcuni ipotizzano che siano state scolpite circa 5 mila anni fa, mentre altri ricercatori fanno risalire i megaliti ad epoche più recenti, a circa mille anni fa.
Non è nota nemmeno l’identità dei creatori dei megaliti. Il problema è che i megaliti della Valle di Bada sono unici in tutta l’indonesia e che quindi risulta difficile attribuirli a culture note che hanno abitato l’arcipelago indonesiano in antichità. Praticamente, nessuno sa chi abbia realizzato i megaliti.
Chiaramente, nemmeno è noto lo scopo originale della loro realizzazione. Si ipotizza che possano essere in qualche modo destinati al culto degli antenati o che abbiano avuto a che fare con riti legati ai sacrifici umani o eretti per tenere lontani gli spiriti maligni, ma si tratta solo di speculazioni, non avendo nessuna prova concreta a disposizione.
Le statue megalitiche antropomorfe presentano genitali maschili in evidenza, dunque non è da escludere che possano essere collocabili all’interno di riti di fertilità.
Gli abitanti dell’isola raccontano diverse storie e leggende. Per esempio, c’è un megalite chiamato Tokala’ea che si dice sia stato uno stupratore trasformato in pietra per punizione. Un altro megalite, noto come Tadulako, si racconta che un tempo sia stato protettore del villaggio, poi trasformato in roccia per aver rubato un po’ di riso.
Indipendentemente dal loro scopo originario, i megaliti presentano caratteristiche uniche. Alcuni megaliti sono sepolti sottoterra, alcuni coperti dall’erba, altri ancora sono ben visibili. Tra di essi, alcuni sono stati identificati con dei nomi, vi è per esempio “Palindo” che con i suoi quattro metri di altezza è il più grande dei megaliti; oppure “Langke Bulawa” (o “Bracciale d’Oro”).
L’enigma più intrigante riguarda la pietra con cui sono state realizzate le statue, dato che non si trova su nessuna parte dell’isola, aumentando così la possibilità che siano state importate da un luogo diverso. Ciò significa che la cultura che le ha realizzate aveva una struttura sociale tanto complessa da permettere di intraprendere un simile progetto.
La maggior parte dei megaliti è caratterizzata da corpi rettilinei, docchi rotondi, teste straordinariamente grandi che presentano guance e mento. Molte statue sono erette da sole, altre sono collocate in coppia o in piccoli gruppi.
Oltre alle statue, la Valle di Bada è nota anche per quelle che vengono definite “kalambas”, delle vasche circolari scolpite in singoli blocchi di pietra, presenti in varie forme e misure.
Così come i megaliti antropomorfi, anche lo scopo di queste strutture è completamente ignoto. Secondo la credenza locale, i kalambas sarebbero servizi come vasche da bagno per i sovrani e i nobili dell’isola. Altri hanno suggerito che potevano servire come cisterne per l’acqua o addirittura come sepolcro per persone di alto rango.
L’ultimo mistero che consegna la Valle di Bada è che in tutta l’area dove sono presenti i megaliti e le kalambas non è mai stato trovato neppure un singolo attrezzo, il che rende ancor più problematica la questione della datazione.

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