Il gas dietro la crisi del Qatar

giu 7, 2017 0 comments
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Di Matteo Carnieletto

Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz, il vero motivo che ha spinto l’Arabia Sunnita e gli altri Paesi arabi a isolare il Qatar sarebbe infatti il gas. Doha è il più grande esportatore di gas naturale liquefatto, “quasi 80 milioni di tonnellate di produzione annua“, che vengono in gran parte acquistati dal Giappone (che è il primo importatore mondiale di questo particolare tipo di gas) e in Europa.



Proprio un mese e mezzo fa, ad aprile, il Qatar ha aperto alla possibilità di sviluppare il più grande bacino di gas naturale da condividere con l’Iran. Un simile avvicinamento potrebbe aver spaventato non poco le potenze sunnite.

Il gas nella guerra in Siria

La questione del gas non è affatto secondaria in questa parte del mondo. Come abbiamo già scritto altrove, diversi analisti (ed è anche l’opinione che il presidente Bashar Al Assad ha condiviso in un’intervista con noi lo scorso dicembre) sono convinti sia stato proprio il gas, e il sistema di pipeline che avrebbe dovuto portarlo in Europa, ad aver causato la guerra in Siria.
I fatti sono stati raccolti con dovizia di particolari da Robert Kennedy junior, nipote dell’ex presidente americano, su Politico: “La decisione americana di organizzare una campagna contro Assad non è iniziata a seguito delle proteste pacifiche della primavera araba del 2011, ma nel 2009, quando il Qatar ha offerto di costruire un gasdotto per dieci miliardi di euro che avrebbe dovuto attraversare Arabia Saudita, Giordania, Siria e Turchia”. Nel 2009, infatti, il presidente siriano rifiutò il progetto portato avanti dalle potenze sunnite per creare un sistema di pipeline per portare il gas dei Paesi del Golfo fin nel cuore dell’Europa. Ovviamente questo progetto non poteva piacere a Mosca, storico alleato di Damasco, e così Assad disse di no. Nel 2010, però, il governo siriano iniziò a trattare con l’Iran per costruire un gasdotto per trasportare il gas iraniano verso il Libano passando dall’Iraq.
Come nota Alberto Negri, “la repubblica islamica, se questo progetto fosse mai stato attuato, sarebbe diventata uno dei più grandi fornitori di gas verso l’Europa”. È a questo punto che, secondo i report di intelligence consultati da Kennedy, i servizi segreti americani, assieme a Qatar e Arabia Saudita, iniziarono a finanziare l’opposizione siriana.

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