Di Gabriele Bertocchi
Piero Costa, uno dei due carabinieri accusati di aver stuprato due studentesse americane, ha deciso di raccontare la sua versione dopo giorni di silenzio.
Insieme a lui è accusato il capopattuglia e collega Marco Camuffo.
La versione del più giovane
Costa ha spiegato che insieme a Camuffo è intervenuto nella discoteca di piazza Michelangelo per sedare una rissa. Durante il sopralluogo - ha riferito il carabiniere ai pm - "abbiamo conosciuto Celeste e Tatiana, 19 e 22 anni. Celeste mi ha fatto uno squillo sul mio cellulare e mi ha detto 'Così domani mi chiami e ci vediamo'", come racconta TgLa7. La serata si è poi svolta diversamente. I due militari ritrovano le due studentesse fuori dal locale, alla ricerca di un taxi. Camuffo si offre di dare loro un passaggio. Le portano fino a casa, in un appartamento in centro.
Al momento di scendere però Celeste avrebbe tirato un braccio a Costa: i due, secondo quanto riportato Libero, si sarebbero quindi baciati e avrebbero consumato un "rapporto veloce e consensuale nell'androne, interrotto - ha precisato l'agente - appena sono stato colto da lucidità improvvisa. Celeste era sobria e mi ha salutato". Gli esami, eseguiti sulle ragazze, però precisano però che entrambe erano in stato di ebbrezza dopo una notte trascorsa a bere.
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