C’è l’accordo per l’aumento di capitale di Carige

nov 18, 2017 0 comments
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Di Gianluca Paolucci

C’è l’accordo per l’aumento di capitale di Carige. Oltre alla firma di Malacalza, che ha garantito la sottoscrizione del suo 17%, hanno rilasciato un impegno scritto anche altri soci forti del gruppo bancario come Volpi, Spinelli, Coop Liguria e altri. In totale gli azionisti si sono impegnati a sottoscrivere il proprio pro-quota per 140 milioni di euro, pari al 28% dell’aumento, spiegano fonti bancarie. 

Oltre a questo, ci sono gli impegni a salire ulteriormente assunti da Malacalza e Volpi che portano la quota «garantita» a oltre il 40% dell’aumento, spiegnao alcune fonti. 

Malacalza, che ieri aveva annunciato di aver richiesto l’autorizzazione alla Bce di salire fino al 28% del capitale, ha firmato oggi l’impegno a sottoscrivere il suo proquota del 17%.  

«Gabriele Volpi crede nella banca, al momento ha firmato un impegno irrevocabile per salire al 9,99%, che è il limite al quale può arrivare», ha detto un portavoce dell’imprenditore, secondo azionista di Banca Carige.  

Mancano ancora alcuni dettagli per la firma dell’accordo che dovrebbe essere pronto entro stasera, dice una delle fonti. Le banche del consorzio di garanzia (Deutsche Bank, Credit Suisse e Barclays) hanno anche incassato una serie di accordi di sub-garanzia, si spiega, da parte di una serie di investitori.   

Se non ci saranno altri problemi l’obiettivo è di partire con l’aumento già la prossima settima, dopo il via libera della Consob al prospetto informativo dell’aumento di capitale. 

A sbloccare la partita ha contribuito la «moral suasion» delle autorità - Ministero dell’Economia in primis - con un richiamo al senso di responsabilità dopo lo scontro tra Malacalza e consorzio di garanzia. 

Intanto, come successo con Mps lo scorso 23 dicembre Consob ha sospeso dalle negoziazioni in borsa i titoli Carige, «in quanto l’attuale contesto informativo non garantisce la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori, in ragione dell’incertezza in merito all’operazione di aumento di capitale e alle eventuali iniziative in corso da parte della banca e delle competenti autorità per la vigilanza prudenziale». 

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